N°154 Giugno Luglio

64 Food&Beverage | giugno-luglio 2024 SPECIALE conoscere come vini di qualità che possono stare al meglio sulle tavole dei ristoranti importanti”. Verso i rosati sono in molti a nutrire una certa GLɝGHQ]D VH VL HVFOXGRQR L FRQVXPDWRUL GHOOH DUHH VWRULFKH GL SURGX]LRQH 'LɝGHQ]D FKH YD YLD YLD GLUDdandosi sull’onda di una moda che ha determinato un aumento notevole di etichette in zone, da Nord a Sud della Penisola, dove non c’era tradizione e con OȇXWLOL]]R GL YLWLJQL DXWRFWRQL ȴQR D TXDOFKH WHPSR ID PDL YLQLȴFDWL LQ URVD ȊΖQ H΍HWWL L YLQL URVDWL VRQR VWDWL a lungo considerati, erroneamente, una semplice via di mezzo fra il bianco e il rosso - commenta Isacco Giuliani, in forza da Makorè LO ULVWRUDQWH ȴQH dining nel centro di Ferrara, e Miglior Sommelier di Le Guide Ristoranti 2024 di Identità Golose- Spesso sottovalutati anche a causa di una qualità modesta che ne impediva l’apprezzamento anche in ambito internazionale. Oggi il vino rosato si sta riprendendo CANTELE Rohesia, declinazione in rosa del negroamaro Leader nella produzione di rosati di alta qualità, oltre che di grandi vini bianchi e rossi, l’azienda della famiglia Cantele, nel cuore del Salento, a Guagnano (Le), negli ultimi anni ha conquistato sempre maggiori riconoscimenti da parte della critica enologica e apprezzamento da parte dei consumatori. La sua storia ha inizio negli anni Cinquanta con una “emigrazione al contrario”, con Giovanni Battista Cantele e sua moglie Teresa Manara che da Imola (Bo) si trasferiscono al Sud, nel Salento, colpiti dalla bellezza dei suoi panorami e della sua cultura. L’obiettivo è produrre un vino autoctono di qualità, così, negli anni Settanta, i figli Augusto e Domenico danno una svolta decisiva all’impresa di famiglia con l’acquisto dei primi vigneti che oggi si compongono di 50 ettari di proprietà e 100 in conduzione. Nel 2001 entra in azienda la terza generazione composta dai quattro cugini Gianni, Paolo, Umberto e Luisa. I vini Cantele sono quasi esclusivamente monovitigni con una forte prevalenza di autoctoni del Salento. Tra essi si distingue Rohesia, il cui nome rimanda alla rosa in latino medioevale, a voler ricordare le eleganti e uniche sfumature che connotano una rosa durante il suo naturale sviluppo. Rohesia si declina in due versioni da uve negroamaro: un rosato fermo, ottenuto per salasso, piacevole e nel contempo complesso, e un metodo Classico pas dosé 60 mesi, di grande eleganza e personalità. Rohesia Rosato 2023 ha un colore che ricorda la tonalità del rosa cerasuolo; al naso si annuncia con un profilo minerale, da cui emergono sentori di frutta appena colta, fresca (fragola, melograno, ciliegia) e tocchi leggermente floreali, è intenso e persistente, con note di pietra focaia; al palato risulta rotondo e potente, ma di grande freschezza e sapidità. Rohesia Rosé Metodo Classico Pas Dosé 2016, affina sui lieviti almeno 60 mesi. Ha un colore rosa antico con riflessi ramati e una spuma abbondante con perlage fine e persistente. Al naso delicati sentori di mirtilli e rosa s’intrecciano a note speziate, di liquirizia e crosta di pane. Nel bicchiere, con il passare dei minuti, svela sfumature di tè nero e macchia mediterranea; al palato rivela una struttura elegante e un notevole equilibrio tra la rotondità donata dai 60 mesi di affinamento e la freschezza del nerbo acido. I consumi sembrano favorire i rosati che si adattano alla domanda di vini che possiedono scorrevolezza e un interessante richiamo al sorso. Spesso sono proposti in versione spumante anche di annate non recenti, come quelli della Tenuta Cantele, nel cuore del Salento

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