N°154 Giugno Luglio

67 Food&Beverage | giugno-luglio 2024 RONCHI DI CIALLA RoseDiCialla, refosco fruttato con sentori speziati Se Dina e Paolo Rapuzzi hanno deciso, per scelta di vita, di lavorare la terra e fondare Ronchi di Cialla nel 1970, i figli Pierpaolo e Ivan sono la generazione “nata sulla vigna” che ha deciso di proseguire la tradizione di famiglia e continuare a lavorare sui versanti soleggiati della piccola valle di Cialla a Prepotto, in provincia di Udine, nella zona Doc Colli Orientali del Friuli. Qui storia e tradizione dicono che verduzzo, picolit, ribolla gialla, refosco dal peduncolo rosso e schioppettino sono i vitigni più apprezzati. Lo schioppettino, in particolare, è una varietà localizzata su un’area di pochi chilometri, tra Cialla e Prepotto. Questa particolare uva, destinata a scomparire, è stata salvata nei primi anni ’70 grazie a una coraggiosa azione di recupero di Ronchi di Cialla. Paolo e Dina Rapuzzi, con l’aiuto di Bernardo Bruno, allora sindaco di Prepotto, riuscirono a trovare 60 viti superstiti di schioppettino. Selezionando le migliori gemme dai tralci fecero delle nuove talee e riuscirono nell’arco di due anni a realizzare un primo impianto di 3.500 viti che segnò a tutti gli effetti la rinascita di questo vino per secoli coltivato in zona. Inoltre, Ronchi di Cialla (roncs, in friulano, sono le colline coltivate a vigna) è stata una delle prime aziende ad aver adottato un’agricoltura integrata a bassissimo impatto ambientale. Tutti i vigneti, infatti, sono inerbiti naturalmente e il controllo dei parassiti è ridotto al minimo usando solo prodotti di contatto o biologici. Gli interventi antifunginei sono gestiti da una centralina micro-climatica computerizzata e gli insetti sono monitorati da apposite trappole a ferormoni femminili. Si torna all’antico, invece, con la vendemmia a mano alla quale fanno seguito le operazioni agronomiche che vedono in prima fila la famiglia con la collaborazione dell’agronomo Pierpaolo Sirch. La filosofia adottata in vigna guida la famiglia Rapuzzi anche nella vinificazione: “È nostra convinzione che il vino sia un prodotto della terra, figlio diretto di una trasformazione naturale che non necessita di interventi e manipolazioni esterne. Pertanto il nostro ruolo di vinificatori è quello di seguire il vino nel suo preciso percorso di trasformazione e affinamento senza forzarlo e cercando di privilegiare ed esaltare la tipicità donata dal cru”. E l’ultimo progetto che riguarda lo studio e la valorizzazione delle varietà autoctone friulane ha dato alla luce RoseDiCialla, un rosato di carattere, di grande freschezza ed equilibrio, prodotto con uve 100% refosco dal peduncolo rosso da piante di 25 anni di età della vigna Cernetig, di 0,70 ettari, tutta di proprietà, che si trova sui ripidi terrazzamenti a 200230 metri sul livello del mare, circondati dal bosco che favorisce un’ottima escursione termica e una perfetta maturazione delle uve. Alla macerazione sulle bucce per 18 ore segue la pressatura molto soffice, la fermentazione del mosto fiore in vasca d’acciaio a temperatura controllata e l’affinamento sulla feccia fine per quattro mesi con bâtonnage da fare tre volte alla settimana. RoseDiCialla ha un colore rosa cipria brillante, al naso è fresco e fruttato, richiama piccoli frutti rossi su un fondo finemente speziato, in bocca è persistente e fruttato, completato da note agrumate e minerali. Un vino fine ed elegante, dal quadro acido molto ben bilanciato. I vini Ronchi di Cialla sono distribuiti da Sagna SpA. L’azienda friulana della famiglia Rapuzzi ha contribuito a salvare i vitigni autoctoni che rischiavano di scomparire. Tra le prime ad aver adottato un’agricoltura integrata a bassissimo impatto ambientale, produce anche un rosato elegante e persistente, dalle note agrumate e minerali

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