54 Food&Beverage | novembre 2024 OSTERIE Autentica, senza fronzoli, capace di “sbloccare un ricordo”. È Brigida Cucina Napoletana, l’osteria contemporanea inaugurata nella centralissima via Santa Brigida a Napoli, tra piazza del Municipio e la vivace via Toledo e divenuta in breve tempo il nuovo punto di ritrovo per i cultori della buona tradizione partenopea. Complice un ambiente ricercato, studiato nei dettagli e arredato con estrema cura, il locale ricorda un po’ la Napoli della Belle Époque e non a caso. Siamo a ridosso della Galleria Umberto I, a pochi passi c’è il celebre Salone Margherita, primo Cafè chantant d’Italia; ma non solo: piazza Trieste e Trento è dietro l’angolo con lo storico Gran Caffè Gambrinus -dove si sono seduti tra gli altri Gabriele D’Annunzio, Benedetto Croce, Ernest Hemingway e Jean-Paul Sartre- e con il seicentesco Palazzo Zapata, un tempo sede del Circolo Politecnico degli Artisti, oggi Musap, raffinato museo di quell’epoca. Brigida sembra evocare proprio la temperie di quegli anni. Il locale, progettato da Generoso Di Palma, con 40 posti all’interno e una ventina all’esterno, accoglie con colori morbidi e caldi. Lo sguardo si posa prima sulle pareti color verde pastello impreziosite da fotografie d’epoca e antiche stampe, poi sulla boiserie in legno laccato verde muschio e rosso, le tovaglie a quadroni e le sedute in legno, gli ampi archi e gli specchi dalle forme morbide. Ogni aspetto è curato nel dettaglio da Gianluca Amoroso, moderno oste e padrone di casa, con una lunga esperienza alle spalle in materia di ristorazione. Ogni giorno accoglie i clienti con fare gentile, sempre pronto a raccontare un piatto o un ingrediente di stagione. “La cucina è un dolce amarcord. È capace di riportare indietro nel tempo, di rievocare emozioni lontane e ricordi d’infanzia proprio come la madeleine di Proust -afferma Amoroso- Quando preparo il ragù, ad esempio, non posso fare a meno di pensare a mia nonna e al rito della domenica mattina quando, appena sveglio, correvo a intingere il pane nella salsa ancora calda. È forse per questo motivo che per me la cucina è come una donna accogliente, materna e capace di trasmettere felicità. E sono queste le caratteristiche che la brigata di cucina di Brigida e io cerchiamo di conferire a ogni piatto attraverso la scelta di ingredienti provenienti da piccoli agricoltori e allevatori campani. Sono convinto che un piatto realizzato con amore abbia un sapore diverso, sappia farsi ricordare”. Le parole chiave in cucina sono territorio e tradizione. Quella di Brigida è una cucina che non rincorre le mode, ma che porta in tavola le ricette di una volta, proposte con tecniche di cottura moderne. In menu è possibile trovare alcuni evergreen della cucina campana come le Candele spezzate alla genovese, i Manfredi con ragù e ricotta, lo Spaghettone alle vongole veraci, ma anche le Alici ripiene con salsa di pane, il Peperone ‘mbuttunato e la Minestra maritata. “Il nostro piatto iconico è lo Spaghetto alla Gravunaro, un piatto povero tipicamente napoletano che prende il nome dal gravunaro, ovvero il venditore ambulante di carbone che anticamente girava per i vicoli di Napoli trasportando grandi sacchi di carbone -aggiunge Gianluca Amoroso- Si dice che una massaia, per far rifocillare l’uomo dopo una Federica Belvedere Brigida è un locale di una quarantina di posti all’interno e venti all’esterno che non rincorre le mode ed è saldamente ancorato alla cucina tradizionale. Le materie prime arrivano da piccoli agricoltori e allevatori campani e le ricette sono quelle di una volta Nel centro del capoluogo partenopeo un nuovo locale, che ricorda la Belle Époque, propone evergreen della cucina campana realizzate con tecniche di cottura moderne. Dallo Spaghetto alla Gravunaro al Peperone ‘mbuttunato Brigida Cucina Napoletana è territorio e tradizione
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