58 Food&Beverage | novembre 2024 SPECIALE Nella carta dei vini di Iris, aperto da un anno nel quattrocentesco Palazzo Soave, se i metodo Classico italiani sono numerosi, gli Champagne sono presenti con almeno il doppio di etichette. Equilibrio che, come nelle altre carte dei ristoranti di livello italiani, si ripete per le referenze di bianchi e rossi. “C’è senz’altro un fattore legato alla storicità -spiega Puliga, alle spalle esperienze alla Madia di Brione e al Lido 84 di Gardone Riviera, entrambi in provincia di Brescia- La Champagne ha alle spalle secoli di storia e le nostre aree spumantistiche non arrivano al secolo, con l’eccezione storica dell’Alta /DQJD H L TXDQWLWDWLYL QRQ VRQR VLJQLȴFDWLYL ΖQROWUH la maggior parte dei metodo Classico italiani sono ottenuti dalle stesse varietà francesi, chardonnay e pinot nero”. ΖQ HHWWL PDQFD XQ HOHPHQWR YDULHWDOH GLVWLQWLYR per le bollicine italiane, anche se lungo tutto lo 6WLYDOH H QHOOH ΖVROH VRQR ȴRULWL PHWRGR &ODVVLFR con varietà autoctone. “C’è anche l’elemento della CESARINI SFORZA Aquila Reale Riserva 2004 per celebrare 50 anni Cesarini Sforza, tra i pionieri dello spumante Trentodoc, festeggia i suoi primi cinquant’anni. E per celebrare un compleanno così importante ha creato una nuova edizione dell’Aquila Reale Riserva che rivive in una preziosa limited edition con una tiratura di sole 1.200 bottiglie. Espressione della vendemmia 2004, questo Chardonnay in purezza vince la sfida del tempo e diventa emblema di longevità dopo un invecchiamento in cantina lungo venti anni. Nata nel 1974 grazie alla volontà di alcuni qualificati imprenditori del settore vitivinicolo trentino, tra cui il Conte Lamberto Cesarini Sforza e Giuseppe Andreaus, personaggio di rilievo nella produzione di spumante metodo Classico, Cesarini Sforza dedica il suo marchio, l’Aquila, al simbolo della casata di cui porta il nome e che è anche presente nello stemma della città di Trento. La prima Riserva Aquila Reale, da sole uve chardonnay coltivate sopra i 500 metri sul livello del mare, risale al 1986 e nel 2001 l’Aquila Reale diviene un Cru, creato con le uve di un unico vigneto, quello del Maso Sette Fontane in Valle di Cembra, fin dal 1700 dedito alla produzione di uve pregiate. L’acquisizione da parte della Cavit di Trento nel 2019 dà nuova forza alla società con grandi investimenti sia nella struttura produttiva, sia nella valorizzazione del brand. Un’iniezione di tecnologia che si salda con la tradizione e la sostenibilità grazie al nuovo impianto fotovoltaico che permette oggi a Cesarini Sforza di festeggiare la mezza età con la “capsule collection” di Aquila Reale Riserva 2004. Le uve della vendemmia 2004 sono frutto di un’annata segnata un inverno piovoso a cui è seguito un clima mite; nella fase finale della maturazione i grappoli hanno beneficiato di buone escursioni termiche e sono state raccolte nella prima decade di settembre. Il vino è stato in parte affinato in carati di legno, fino a poco prima del tiraggio avvenuto a metà maggio 2005. Le 1.200 bottiglie hanno riposato poi per 228 mesi in affinamento sur lies, fino alla sboccatura del 2024. Aquila Reale Riserva 2004 è uno spumante dalla grande complessità olfattiva, con delicati sentori di agrume candito arricchiti da note di frutta secca e un perlage fine e cremoso, di grande persistenza. La piacevole acidità dona al vino freschezza e lunghezza gustativa. Negli anni la spumantistica italiana è cresciuta molto proponendo anche versioni del metodo Classico realizzato con varietà autoctone. Sono stati raggiunti stili riconoscibili e non mancano di certo le punte di eccellenza. In alto, le cantine di Cesarini Sforza, in Trentino
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