60 Food&Beverage | novembre 2024 La frontiera che delimitava la produzione di vino si sta spostando verso Nord, fino ad arrivare nel Kent, in Gran Bretagna, diventata zona vocata per la produzione di varietà adatte all’ottenimento di bollicine grazie anche alla variazione del clima. E sono in diversi che stanno acquistando terreni in quelle aree. In alto, le immagini dei vigneti di Collavini nelle ben più classiche zone del Friuli Venezia Giulia latitudine -continua il sommelier- La Champagne è decisamente più a nord e questo, insieme alla QDWXUD GHL VXROL ª GHWHUPLQDQWH SHU LO ULVXOWDWR ȴQDOH nel calice. Inoltre, le carte dei vini rispondono alla domanda della clientela e la assecondano. La spumantistica italiana è cresciuta molto e ha raggiunto stili riconoscibili e punte di eccellenza. Tuttavia, le piccole dimensioni dei territori di produzione e, conseguentemente, il numero di bottiglie non sono paragonabili a quelli dei cugini d’Oltralpe. Questa disparità territoriale e numerica pesa, quindi, in termini di rappresentatività nelle carte che hanno un respiro internazionale”. Andrea Puliga lavora sia su Maison e Case spumantistiche con brand molto noti, sia su quelle che definisce “singole identità” che, dice, “sono due facce della stessa medaglia, perché le piccole realtà nascono dove ci sono grandi aziende che hanno aperto la strada”. E, a proposito di latitudine, il riscaldamento globale in atto sta spostando più a nord l’areale della vite da vino e in particolare per le uve destinate a produrre spumanti che, pur dovendo raggiungere la maturità, devono mantenere un’acidità elevata. L’aumento delle temperature fa sì che anche nel sud dell’Inghilterra, nel Kent, il clima sia simile a quello di 50 anni fa in Champagne. Non solo. Anche i terreni sono simili: calcarei e con una vena gessosa. Ecco che la coltivazione delle stesse varietà -chardonnay, pinot nero e meunier- ha preso piede e dà bollicine di gran qualità, stando al parere degli esperti che le hanno degustate. Non è un caso, infatti, che ormai da qualche anno sia grandi Maison di Champagne, sia grandi player spumantistici spagnoli e californiani, stiano acquisendo terreni in Inghilterra per produrre spumanti destinati, peraltro, non solo al mercato locale. La produzione di bollicine inglesi COLLAVINI Ribolla Brut Millesimé, fresco e di struttura “Il vestito migliore per la Ribolla secondo me è la bolla”. Con questa affermazione, nel 1970, Manlio Collavini inizia a lavorare a un progetto che cambierà profondamente la sua realtà aziendale e il mondo vinicolo: la spumantizzazione della Ribolla gialla. Dopo diversi tentativi dà vita al celebre metodo Collavini che prende vita dall’idea di unire la tecnologia del metodo Martinotti-Charmat ai tempi e tecniche riservate al metodo Classico, unendo i vantaggi di entrambi. Il risultato è uno Charmat lunghissimo, che prevede una prima fermentazione delle uve in autoclave verticale, seguite da un rapido passaggio in botte di legno e poi una lunga rifermentazione in autoclave orizzontale per 30 mesi. Poi il vino affina oltre 12 mesi in bottiglia. Sono necessari 4 anni di lavorazione per ottenere uno spumante raffinato, dalla forte identità. Da questa lavorazione nasce la Ribolla Gialla Spumante Brut Millesimé dal colore giallo paglierino brillante dai vaghi riverberi verdognoli, con un’effervescenza finissima e persistente. All’olfatto è delicato e fine, con profumi che ricordano la pesca noce, i fichi bianchi, la mela verde e che si confondono con note vellutate e minerali. In bocca è freschissimo, ricco di struttura, dalle infinite sfumature anche agrumate e una lunga persistenza aromatica. CO R SPECIALE
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