SPECIALE 62 Food&Beverage | novembre 2024 ammontava nel 2022 a 8,3 milioni di bottiglie ed è cresciuta ancora negli ultimi due anni. Il cambiamento climatico incide anche nelle aree di coltivazione più storiche imponendo l’adeguamento delle scelte per l’impianto dei vigneti e nella loro gestione agronomica. Tuttavia questo non basta e si assiste, alla stessa latitudine, alla “migrazione” dei vigneti verso i versanti montani, come sta accadendo in Trentino per il Trento Doc, FKH VRQR SHU GHȴQL]LRQH ȊEROOLFLQH GL PRQWDJQDȋ Questo spostamento in altitudine pone questioni che vanno al di là della “semplice” vocazionalità di un ambiente alla coltivazione della vite e impongono attenzione agli equilibri della montagna che è di per sé un territorio fragile, non solo dal punto di vista ambientale, ma anche sociale. In questa direzione va la proposta di mettere in atto un nuovo modello di sviluppo della viticoltura lanciato in una giornata di confronto, svoltasi recentemente a Brentonico (Trento), sull’Altopiano del Monte Baldo, cerniera alpina tra Veneto, il Garda e la Vallagarina trentina, area di particolare pregio dal punto di vista naturalistico, paradiso di biodiversità, candidata al riconoscimento Unesco. Qui hanno investito diverse aziende rinomate per la produzione di Trento Doc che cercheranno di entrare nell’area con modi diversi rispetto a quelli della viticoltura degli ultimi venti anni -molto proiettata su se stessa H VXOOȇLQFUHPHQWR GHOOH VXSHUȴFL LQWHUORTXHQGR con la popolazione locale per trovare un equilibrio. Tornando ai consumi, in riferimento a un target alto spendente, Andrea Puliga mette in evidenza anche un cambio “qualitativo”, peraltro generalizzabile. “Il Covid -spiega- con l’impossibilità GL IDUH L ȴQH VHWWLPDQD IXRUL XVFLUH D SUDQ]R H a cena, ha reso disponibili risorse economiche Anche nelle zone classiche di produzione si assiste agli effetti del climate change. Per questo, se altri vanno più a nord, in Trentino si sale in quota, ad altitudini più elevate e le bollicine, soprattutto per il metodo Classico e il Trento Doc, diventano sempre più di montagna. Una situazione che pone altri problemi e impone di fare attenzione agli equilibri della montagna. Sopra, la cantina Rotari, produttrice di spumanti metodo Classico del Gruppo Mezzacorona, in Trentino ROTARI Flavio Trentodoc Riserva 2015, aromatico bouquet Il riconoscimento dei Tre Bicchieri del Gambero Rosso per l’annata 2016, ottenuti per l’undicesimo anno consecutivo testimoniano, se necessario, la qualità del Rotari Flavio Trentodoc Riserva 2015, prodotto con il metodo Classico nel rispetto del disciplinare Trentodoc dalla Cantina Mezzacorona di Trento. Le uve della vendemmia 2015 provengono da una raccolta anticipata di quasi due settimane rispetto alla media, fattore determinante che ha permesso di ottenere grande freschezza ed eleganti fragranze agrumate che virano verso note di frutta più matura. Rotari Flavio Trentodoc nasce come una particolare Riserva prodotta in purezza, utilizzando esclusivamente chardonnay provenienti da piccoli vigneti molto vocati, situati nelle aree più alte, ricchi di naturale acidità e adatti a un lungo affinamento sui lieviti. Più di un mese di rifermentazione a 10-12°C permette che lo sviluppo delle cellule di lievito avvenga molto lentamente, producendo così delicate sfere di anidride carbonica fini e persistenti. Successivamente, 96 mesi di maturazione sui lieviti danno vita a una Riserva molto strutturata con un bouquet aromatico ampio e complesso. Lo stile è quello inconfondibile di Rotari, intenso ed elegante con note di agrumi, albicocca e pesca. In bocca esprime un sapore secco, pieno e fragrante, ben bilanciato, con aromi di nocciola, lievito e miele. RO Fl
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