Nelle sale di Palazzo Reale a Milano, Picasso lo straniero è una mostra davvero originale che presenta un grande artista non solo come uomo geniale, ma anche come persona che visse l’esperienza di straniero nella terra che lo vide raggiungere il successo, ma che mai gli concesse la tanto desiderata cittadinanza. Ideata da Annie Cohen-Solal, autrice del libro da cui la mostra trae il titolo e l’ispirazione, l’esposizione si avvale dei prestiti soprattutto del Musée National Picasso-Paris, ma anche del Palais de la Porte Dorée con il Musée National de l’Histoire de l’Immigration e della Collection Musèe Magnelli Musée de la céramique di Vallauris. La mostra, che si prolunga fino a febbraio 2025, apre una vasta riflessione su temi scottanti del nostro tempo, quali l’accoglienza, l’immigrazione e le relazioni tra popoli e culture diverse, e presenta più di novanta opere di uno degli artisti più controversi, ma apprezzati di tutti i tempi, che da Malaga, in Spagna, si trasferì a Parigi, dove visse la sua dimensione di immigrato di successo, ma pur sempre straniero, seppure quasi immediatamente considerato celebre esponente di spicco dell’avanguardia cubista, fase importante della sua attività artistica. Le opere in mostra spaziano dal 1900 al 1973 e dimostrano come questa precaria condizione, per la quale rischiava di poter essere espulso da un momento all’altro, abbia influenzato la vita e la produzione artistica di Picasso che trovò una nuova famiglia soprattutto nelle amicizie. Significativa La Lecture de la lettre (La lettura della lettera) realizzata nel 1921 in un momento di transizione tra Cubismo e Classicismo. Protagonisti sono due ragazzi intenti a leggere una lettera, già differenti nella postura e nei particolari che, ad esempio, mostrano nell’abbigliamento: uno vestito di chiaro, del quale si notano tutti i particolari, dalla camicia bianca al gilet, l’altro vestito di scuro di cui si possono solo intuire i dettagli degli abiti perché coperti dalla posizione del braccio e della mano. Volutamente la mano del ragazzo vestito di chiaro poggia, invece, sulla CULTURA&GUSTO La mostra a Palazzo Reale di Milano racconta con 90 opere l’altro volto dell’artista, famoso, omaggiato, ma che rimase sempre un immigrato. I dipinti spaziano dal 1900 al 1973 Irene Catarella Il geniale Picasso per sempre straniero Sopra, “Grande Baigneuse au livre” (Grande bagnante con un libro) è un’opera del 1937 che rappresenta la crisi personale e sociale di Picasso in quello che definì “l’anno più brutto della sua vita”. A destra, “La lecture de la lettre”, del 1921, nella fase di transizione tra Cubismo e Classicismo. Nell’altra pagina, “La Baie de Cannes”, del 1958, una bellissima composizione dove c’è ancora un accenno alla realtà rappresentata spalla dell’amico, ma presenta delle dimensioni non proporzionate rispetto a tutto il resto. Immersi nella lettura si può pensare stiano ricevendo notizie da qualcuno lontano, ma a loro caro, così come farebbe uno straniero esule che riceve notizie da casa o chi, viceversa, resta nella propria terra, ma legge la lettera di un congiunto emigrato chissà dove. Nonostante la differenza cromatica che contraddistingue i due, entrambi risaltano grazie all’alone luminoso che li circonda. Non è un caso questo quadro, che riecheggia un po’ il resoconto del commissario Rouquier su Pablo Picasso, considerato agli inizi del 1904 un sorvegliato speciale e definito “un individuo 94 Food&Beverage | novembre 2024
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