Una lacuna della normativa europea non obbliga alle avvertenze relative alla cross contamination. In pratica ogni produttore può fare ciò che gli pare. Alcuni marchi, però, operano controlli differenti Clementina Palese VERITÀNASCOSTE Prodotti vegetariani e vegani attenzione alle etichette Come mai sulle etichette di prodotti vegetariani o vegani si possono trovare avvisi sulla probabile presenza di sostanze di derivazione animale, come ad esempio il latte? Avvisi che saltano agli occhi di chi ha scelto quei regimi dietetici e che rischiano -se non si fa chiarezza- di metterne in dubbio la veridicità. Si tratta di avvertenze legate alla cross contamination, ossia alla contaminazione accidentale laddove si lavorino nello stesso stabilimento anche prodotti di origine animale. Una buona pratica che aggiunge informazioni che salvaguardano coloro che sono allergici o intolleranti ad alcuni alimenti, pur non essendo un’etichetta di sicurezza alimentare. Le ragioni di quella che sembra una incongruenza sono da ricercare in un “buco” nella legislazione dell’Unione Europea. Manca, infatti, una legge comunitaria circa le informazioni volontarie sull’idoneità di un alimento per vegetariani o vegani da riportare sulle etichette. Nel regolamento UE n.1169/2011, che governa le informazioni ai consumatori sugli alimenti, esiste soltanto una intenzione di regolamentare anche le informazioni volontarie relative all’idoneità di un alimento per vegetariani o vegani. Quindi il produttore può scrivere “vegetale”, “vegetariano” o “vegano” liberamente rispondendo a livello normativo soltanto alle pratiche leali d’informazione stabilite da quel regolamento. Come dire che ogni produttore fa ciò che gli pare. Sul mercato esistono diversi marchi che operano controlli molto differenti per approfondimento e credibilità, come si apprezza in alcuni esempi che riportiamo. Il Ccpb, ente di certificazione di prodotti agroalimentari e non, rilascia i marchi Certificato Vegetariano e Certificato Vegano con verifiche sul singolo prodotto circa l’assenza di ingredienti di origine animale anche con analisi del Dna, oppure fa controlli sull’intera filiera dal campo alla tavola con la possibilità di verifica anche sull’imballaggio. I marchi V-label e Qualità Vegetariana, di V Label Italia, vengono rilasciati sulla base della verifica delle dichiarazioni dei produttori in un questionario e del metodo produttivo per escludere la presenza di cross contamination involontaria oltre i limiti consentiti dai criteri del marchio e solo se ci sono elementi poco chiari ricorrono al Csqa, ente certificatore esterno dell’ambito alimentare. VeganOk, invece, rilascia il marchio -contemplando divieti in aggiunta come quello di esperimenti su animali- dopo la compilazione di una autodichiarazione del produttore con allegati documenti e schede tecniche sui singoli ingredienti utilizzati in cambio di un pagamento. In questo quadro di assenza di standard ufficiali di riferimento e di aumento della domanda e dei consumi di prodotti plant based, la raccomandazione è di fare molta attenzione ai marchi e alle etichette, soprattutto da parte di chi ha allergie importanti. 96 Food&Beverage | novembre 2024
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