Per un’azienda come la Ricci Curbastro che, da sempre, ha valorizzato la propria storia e le tradizioni – ad esempio con il Museo agricolo e del vino voluto da Gualberto fin dal 1986- non poteva mancare un omaggio al 150° anniversario dell’Unità d’Italia.
…“L’abbiamo fatto ricordando il mio trisnonno Lorenzo, rivoluzionario e soldato presente a tutti gli episodi del Risorgimento: 1834,1843 e 1845 con i moti della Giovane Italia, poi ancora la prima Guerra di Indipendenza nel 1848 e la difesa di Bologna e Ancona nel 1848 e 1849, nel 1859 la seconda Guerra d’Indipendenza, nel 1860 è con Garibaldi, suo buon amico come testimoniato dai telegrammi che ancora possediamo, dalla Sicilia fino al Volturno, quindi nell’Esercito italiano a Gaeta, fino alla terza Guerra di Indipendenza nel 1866.”
“Un personaggio da romanzo – ricorda ancora Riccardo Ricci Curbastro – sul quale si potrebbe realizzare un film ricco di avventure, come lo scontro a fuoco con i banditi poi messi in fuga, il banditismo era una piaga della Romagna di allora, ma anche un agricoltore appassionato e coraggioso che, di fronte ad un episodio di abigeato ai danni del proprio bestiame, non esita ad inseguire a cavallo i due colpevoli e ad arrestarli consegnandoli alle Autorità, oltre a recuperare le vacche ovviamente!”.
Non solo le guerre di Indipendenza nella sua affascinante storia ma anche tre mandati (1862,1872,1882) di Sindaco di Lugo di Romagna a testimonianza di un impegno civile a tutto tondo.
“Lorenzo – conclude il pronipote Riccardo – ci sembrava rappresentasse al meglio quel misto di passione, dedizione, coraggio, che ha fatto dell’Italia una nazione unita, è anche un po’ l’immagine dell’impegno con il quale ancora oggi cerchiamo di produrre Franciacorta di fascino che sappiano parlare alla nostra fantasia, che risveglino passioni.”
Cavaliere Lorenzo Ricci Curbastro (1818 – 1866)
“Il soldato! Basterebbe ricordare a testimonio dell’opera sua militare, che egli prese parte con entusiasmo e slancio romagnolo a tutte le campagne per l’Indipendenza e la libertà d’Italia dal 1848 al 1866”
(Michele Longhi, Per un patriota lughese dimenticato, Tipografia Cremonini, Lugo 1911)
Il cav. Lorenzo Ricci Curbastro (Lugo di Romagna 2 luglio 1818, Firenze 7 marzo 1866), studiò a Lugo nel Collegio Trisi. A soli sedici anni fuggì di casa per unirsi ai primi moti mazziniani in Piemonte e Liguria, ricondotto a forza in famiglia prese però subito parte, quale iscritto alle Giovine Italia ai moti romagnoli del 1843 e 1845.
Nel 1848 Capitano della Prima Compagnia del Battaglione Bersaglieri del Po sotto i Generali Durando e Ferrari combatté a Nervesa sul Piave, a Treviso e a Vicenza. Sciolto l’esercito pontificio (Decreto Generale Durando 19 giugno 1848) rimpatriò con altri volontari per prendere parte alla cacciata degli austriaci da Bologna (8 agosto) e alla difesa di Ancona (maggio 1849). Ripristinato da parte degli austro-ungarici l’ordine nello Stato Pontificio fu costretto all’esilio rientrando poi a Lugo solo grazie alle importanti relazioni pontificie della famiglia.
Nella Romagna di quegli anni infestata dai briganti numerose furono le sue azioni per l’estirpazione di questa piaga: il 10 aprile 1854 inseguì fino a San Cassiano al confine toscano Giovanni Nunziati e Francesco Maccolini di Brisighella che gli avevano rubato del bestiame, recuperò i bovini ed arrestò i colpevoli dell’abigeato che consegnò alle Autorità. In un altro scontro con i banditi, non distante da Felisio, li mise in fuga con l’aiuto del Conte Vincenzo Samaritani.
Il 13 giugno 1859 fu tra gli animatori dell’insurrezione lughese per la cacciata dei pontifici, quindi arruolò volontari per la Guerra di Indipendenza e nell’Ottobre fu nominato Maggiore Comandante il 1° Battaglione della Guardia Nazionale di Lugo.
Ma già nel maggio 1860 rassegna le dimissioni per correre in aiuto della spedizione garibaldina in Sicilia. il 16 Luglio è a Palermo e si mette a disposizione di Garibaldi, il 20 luglio combatte a Milazzo, e da allora si occuperà delle vettovaglie dei “Mille” fino alla battaglia del Volturno.
Dell’amicizia con Giuseppe Garibaldi vi è traccia in lettere e telegrammi tra i due tuttora conservati nell’archivio di famiglia. Il 2 novembre 1860 viene nominato Sotto-Commissario di Guerra presso l’Intendenza militare dell’Esercito Meridionale, passato nell’esercito regolare partecipa all’assedio di Gaeta e rientra a Torino nel 1861 ed in Romagna nel 1862 per assumere la carica di Sindaco di Lugo.
Pochi anni e nuova guerra, nel 1866 viene nominato Maggiore del 104° Battaglione di Guardia Nazionale Mobile ma non fa in tempo ad entrare in combattimento. Continuerà nella sua instancabile opera di servizio con un nuovo mandato di Sindaco di Lugo nel 1872 e poi ancora nel 1882, si spegnerà a Firenze nel 1886 dopo essersi ritirato a vita privata nel 1885.
Cavaliere della Corona d’Italia, fu decorato delle medaglie commemorative per le guerre del ’48,’49,’60,’61 e quella per la liberazione di Roma del ’49.
Capsula
Cappellotto metallico posto tra il tappo e il filo di ferro della gabbietta. Ha la funzione di evitare che il filo tagli il sughero. In genere è colorata e riporta il logo del produttore, è da tempo oggetto di collezionismo. (da Franciacorta, un vino, una terra” , 2010 Swan Group, Milano”.
L’invenzione della capsula risale al 15 novembre 1844, quando Adolphe Jacqueson, un produttore di Champagne di Chalon-sur-Marne, depositò il brevetto della gabbietta metallica preformata, che in breve tempo sostituì i vari sistemi utilizzati fino ad allora per fissare il tappo alla bottiglia.
Della capsula dedicata a Lorenzo Ricci Curbastro sono state prodotti 30.000 esemplari.
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