L’azienda Zenato, fondata nel 1960 a Peschiera del Garda da Sergio Zenato, uno tra i primi a credere nel vitigno Trebbiano di Lugana, presenta il Lugana Doc Pas Dosé Metodo Classico 2007, inaspettata interpretazione del terroir, e promuove la mostra Vite che celebra il lavoro in vigna
Frida Parise
“Nel Lugana, Zenato ha il suo cuore antico”, esordisce semplicemente Nadia Zenato, responsabile commerciale e marketing dell’azienda di famiglia a Peschiera del Garda (Vr), che porta avanti con il fratello Alberto, a capo della produzione, e la madre Carla. Poche parole che racchiudono un mondo e una storia vitivinicola iniziata nel 1960 da Sergio Zenato: “Mio padre ha sempre investito sui vitigni autoctoni della zona, scommettendo in particolare, quando ancora nessuno ci credeva, sul Trebbiano di Lugana”, continua Nadia Zenato. Una sfida vinta a tutti gli effetti, visto che, grazie alla lungimiranza di quest’uomo che per primo ne ha intuito le potenzialità, oggi il Lugana è un grande bianco amato e apprezzato in tutto il mondo.
La dichiarazione d’amore della famiglia Zenato per questo vitigno si è concretizzata quest’anno nel nuovo Lugana Doc Pas Dosé Metodo Classico 2007. Nato da una diversa interpretazione di quest’uva lasciata riposare per circa 6 anni sui lieviti, è un vino dal perlage fine e persistente, di un vivace e luminoso color giallo paglierino; al naso il bouquet è delicato e fruttato, con sensazioni di ananas maturo e frutti esotici, mandorla e crosta di pane; in bocca esprime un terroir di carattere, pieno, spesso e con una forte mineralità. “Il lungo riposo sui lieviti ha donato questa fragranza inaspettata -spiega Alberto Zenato- Lasciarlo pas dosé ci ha dato la certezza che ognuno possa immaginare l’espressione reale del terroir che, come nelle grandi riserve, rivela il suo aspetto con il tempo”.
Ma la Zenato oggi non significa solo Lugana, ma anche grandi rossi nella Valpolicella Classica, primo fra tutti l’Amarone. Per raccontare questi vini frutto di terre dalla millenaria tradizione enologica, l’azienda ha promosso Vite. Il mondo del vino in scena, una mostra, curata dal critico d’arte Daniele De Luigi, che dal 29 marzo al 13 aprile, in concomitanza con il Vinitaly, al Palazzo della Gran Guardia di Verona ha catturato la natura teatrale e splendida del lavoro collettivo in vigna accostandovi foto del territorio veronese e di Verona. Questo grazie all’obiettivo di 13 studenti del 3° anno della Scola di fotografia Fondazione Studio Marangoni di Firenze, guidati dal fotografo Edoardo Delille. “Nei miei numerosi viaggi in tutto il mondo riscontro sempre un autentico stupore di chi entra in contatto con la nostra storia, il nostro territorio e i valori che ci identificano -rileva Nadia Zenato- Il mondo del vino esercita un incredibile carisma e con questa mostra Zenato vuole continuare a regalare stupore a tutti coloro che vengono a Verona”.
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