Nonostante la crisi, produzione e consumi di acqua minerale sono tornati a crescere in Italia, dopo un paio di anni di calo. Nel 2013 si stima che gli italiani abbiano speso circa 4,5 miliardi di euro, a fronte di una produzione di oltre 12 mila milioni di litri, e un fatturato netto per l’industria imbottigliatrice che si aggira intorno ai 2,4 mld. A scattare la fotografia del settore sono i dati forniti all’Adnkronos Salute da ‘In a Bottle’ (www.inabottle.it), secondo cui a incidere sul legame tra italiani e acqua minerale è anche la percezione della sicurezza del prodotto. I connazionali si confermano, poi, ai vertici in Europa in fatto di consumi (tallonati dai tedeschi), con circa 190 litri pro-capite l’anno, contro i 60 litri a testa dei primi decenni del Novecento: insomma, nell’arco di cento anni i consumi sono triplicati.
Ma quanti sono gli operatori di questo settore? Secondo le ultime stime le acque minerali occupano nel nostro Paese circa 7.500 dipendenti, cui vanno aggiunti altri 30 mila lavoratori nell’indotto (fornitura di packaging, servizi di trasporto e logistica, distribuzione e vendita nel dettaglio e nei pubblici esercizi). Su 168 aziende e 268 marchi, le imprese con giri d’affari di oltre 100 milioni di euro si contano sulle dita di una mano, ma ci sono anche oltre 40 aziende con fatturato superiore ai 6 milioni di euro l’anno, e numerosissime piccole aziende locali distribuite su tutto il territorio nazionale.
Quanto ai gusti, in questi ultimi anni gli italiani sembrano essere più inclini a bere acqua ‘piatta’ rispetto a quella frizzante, con un gap che si è fatto decisamente considerevole. Il consumo globale d’acqua in bottiglia liscia è aumentato da 9 litri a persona nel 1999 a circa 27 litri nel 2013, con un incremento di oltre il 200%, a fronte di un aumento di ‘appena’ il 13% nel consumo di acqua frizzante. Da uno studio Gfk emerge poi che ben il 37% degli italiani consuma esclusivamente acqua minerale. E tra le tipologie di acqua preferite da chi beve minerale, il primato spetta alla naturale, consumata dal 75% degli italiani, seguita dall’acqua frizzante (57%) e da quella leggermente frizzante (56%).
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