Se la cucina italiana ha avuto come padre Pellegrino Artusi, il suo figlio prediletto non può che essere Gualtiero Marchesi. La sua è una storia di successi, di sperimentazioni, di riconoscimenti mondiali, una missione che ha per fine l’insegnamento del buono e la cura del bello: questi i due aggettivi alla base della Fondazione che porta il suo nome. Perché se oggi la cucina è un tratto distintivo del “made in Italy” nel mondo, Marchesi è l’ambasciatore che l’ha fatta conoscere a livello internazionale, in un percorso iniziato negli anni ’40 del secolo scorso, al Kulm di St. Moritz, in età adolescenziale. Un cammino mai interrotto e che oggi, all’età di 84 anni, lo ha portato a inaugurare l’Accademia Gualtiero Marchesi a Milano in via Bonvesin de la Riva numero 5, luogo di studio, di apprendimento e di sperimentazione dove formare i cuochi e divulgare i principi di una sana alimentazione. “La cucina è di per sé scienza; sta al cuoco farla divenire arte”. Il fil rouge di un’intera vita.
Inevitabile che il suo nome finisse per incrociare la strada del prestigioso Premio Nazionale Galvanina, da anni tra i riconoscimenti più importanti in ambito enogastronomico, culturale ed economico, per essere stato assegnato a personaggi che indiscutibilmente si sono distinti nei loro settori di competenza: negli anni passati il premio alla cultura è stato conferito a Tonino Guerra (2011), Vittorio Sgarbi (2012), Pier Luigi Celli (2013). La consegna del Premio avverrà domenica 7 settembre alle ore 17,30 a Rimini, nell’ambito della quattordicesima edizione del Festival della Cucina Italiana (5-7 settembre 2014).
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