Il vino ha bisogno di seri progetti a lungo termine. Questo i fratelli Cesare e Andrea Cecchi lo sanno bene. Un insegnamento trasmessogli dal padre, il Cavaliere Luigi Cecchi, che a sua volta l’ha imparato dal padre Cesare e dal nonno Luigi, assaggiatore professionista di vino e fondatore nel 1893 dell’azienda di Castellina in Chianti (Si). Una filosofia che ha
trasformato la Cecchi da impresa famigliare a Gruppo vitivinicolo complesso, composto oggi da cinque realtà (Villa Cerna e la recente acquisizione Villa Rosa nel Chianti Classico,
a Castellina in Chianti; il Castello Montauto a San Gimignano; Val delle Rose in Maremma e Alzatura a Montefalco). In particolare, dal 2004, quando Cesare e Andrea hanno preso le
redini dopo la scomparsa del padre, sono stati anni di crescita costante, costellati da tanti cambiamenti: dalle importanti acquisizioni, all’ampliamento e al rinnovamento dei vigneti, dallo sviluppo e innovazione della produzione, alla ricerca di collaborazioni con marchi prestigiosi che hanno portato a un fatturato annuo di 36 milioni di euro. Tutto ciò è avvenuto in momenti difficili per l’economia in generale e in particolare per il vino che però la Cecchi ha affrontato guardando avanti e investendo circa 35 milioni in 10 anni (il 12 per cento del giro d’affari).
Ora serviva un passo in più: ridefinire la struttura organizzativa per affrontare ancora meglio strategie, mercati, esigenze sempre più specifiche. Così, dopo aver diretto per 32 anni gli uffici commerciali Italia ed estero, Cesare Cecchi assume la carica di presidente,
con una funzione più strategica e di controllo. Il ruolo operativo passa ad Andrea, che sarà il delegato della famiglia, concentrando su di sé tutte le responsabilità gestionali che delegherà in parte ai quadri intermedi. Alla madre Anita va il ruolo di presidente onorario. La
riorganizzazione interna di Cecchi si completa con la ridefinizione delle figure-guida dei settori commerciali e tecnici, mentre ogni realtà agraria del Gruppo avrà una maggiore autonomia. “I numeri e le strategie danno il senso di quanto la famiglia creda nel proprio lavoro anche con prospettive di medio-lungo termine -spiega Cesare Cecchi- Ma soprattutto dimostrano la volontà di crescere in qualità e immagine prima ancora che in immediati ritorni economici. Era necessario che assumessimo ruoli diversi e ancor più distinti per essere più operativi e al tempo stesso concentrati sulla strategia, la pianificazione e il controllo, investendo sulla gamma di prodotti, sulla struttura commerciale, sulla comunicazione e sul livello dei collaboratori. Non siamo più una piccola azienda famigliare: oggi abbiamo 120 tra dipendenti e collaboratori, oltre 300
ettari vitati (10 anni fa erano il 40 per cento) e, grazie alle nostre tenute, ognuna con caratteristiche ed esigenze profondamente diverse, immettiamo sul mercato circa 9 milioni di bottiglie ed esportiamo in 60 Paesi”.
“Volevamo dare una struttura più manageriale, con responsabilità più puntuali e mirate azioni strategiche, il tutto in nome del futuro dell’azienda -gli fa eco Andrea- Negli ultimi anni la nostra presenza contestuale nelle decisioni portava a degli allungamenti dei tempi. Bisogna rimanere al passo con la crescita dell’azienda e dare il giusto peso alle figure che nel corso degli
anni si sono rese autonome”. Un passaggio importante certo, ma che non cambia nella realtà la filosofia della Cecchi e l’armonia che da sempre lega i due fratelli: “Io e Andrea condividiamo con la nostra bella squadra la passione per il nostro lavoro e la voglia di crescere”, spiega Cesare. “Un amore che nostro padre ci ha tramandato, insieme all’educazione e a uno stile di vita che sono alla base dell’armonia che si respira in famiglia e in azienda”, aggiunge Andrea.
Ed è insieme che Cesare e Andrea Cecchi hanno deciso l’acquisizione dei vigneti di Villa Rosa, storica azienda di Castellina in Chianti della famiglia Lucherini-Bandini dagli anni ’60. “Con i Lucherini-Bandini non solo condividiamo il paese d’origine, Poggibonsi, ma anche una lunga amicizia sostenuta negli anni dal palatista Giulio Gambelli -ricorda Cesare Cecchi- A Sandro Lucherini rimane la splendida villa mentre noi coltiveremo i circa 25 ettari di vigneto situati in una bellissima zona collinare”. Crediamo e amiamo il Chianti Classico e vogliamo essere tra i portavoce del suo rilancio vinicolo -aggiunge Andrea- Erano anni che cercavamo dei vigneti in questa zona, ma con caratteristiche diverse da quelle di Villa Cerna. I vini che produrremo qui saranno parte di un progetto firmato Cecchi e ne costituiranno una particolare selezione: importanti cru di Sangiovese in purezza, dedicati alla ristorazione che si andranno ad aggiungere al Coevo, vino top attualmente sul mercato con l’annata 2010, prodotto con il 60 per cento di uve sangiovese; la filosofia da cui nasce è hiara: il massimo della qualità per ogni annata”.
In Cecchi, insomma, si respira una “bella aria”, sottolineano i due fratelli, come dimostrano tutti questi cambiamenti ai quali si aggiungono nche il restyling di gran parte delle più importanti e significative etichette a marchio Cecchi, il nuovo Merlot La Mora, celebre brand famoso per il Morellino di Scansano, gli investimenti per la cantina a San Gimignano- Castello Montaùto e l’ambizioso progetto di ospitalità a Val delle Rose, in Maremma, che sta per essere ultimato insieme a un totale rinnovamento delle sue etichette.
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