Il bar del futuro sarà smart e sostenibile e cambierà pelle lungo l’arco della giornata, per dare risposte flessibili alla clientela più esigente del terzo millennio.
FUTURBAR è una unità dimostrativa, un laboratorio di idee e soluzioni, oggi, per il pubblico esercizio del futuro. Una simulazione realistica su di un’area di 200 mq, nel padiglione contract di HOST, delle più avanzate proposte e soluzioni, in termini di arredi, tecnologie, attrezzature, servizi e prodotti per l’horeca.
Le aziende potranno ambientare le proprie forniture, prodotti e servizi in un contesto di sofisticato design e ricevere i clienti internazionali e italiani in un sito ad alta visibilità: il “cuore mostra” della grande fiera internazionale dell’ospitalità di Milano.
Per Oddone Sangiorgi, presidente del Consorzio FIA, organizzatore di FUTURBAR con Comufficio l’associazione nazionale delle imprese ict, aderente a Confcommercio, al bar ci andiamo a fare colazione e per pranzo. Spesso ci troviamo lì per un aperitivo che sconfina sempre più in una cena e talvolta ci andiamo per passare una serata piacevole.
È il bar- baricentrico e, in particolare il bar italiano, il modello oramai universale, da sempre luogo multi-funzionale, con un assortimento vasto, capace di rispondere alle esigenze di diverse tipologie di clientela e in diversi momenti della giornata.
Ma l’evoluzione continua, anche se la crisi ha in parte rallentato i processi di cambiamento nei consumi fuori casa. Sempre più il bar diventa un locale multi-specializzato, in grado di “cambiare pelle” nell’arco della giornata e della settimana per rispondere in modo puntuale a richieste di consumo specifiche: da breakfast & break la mattina, a lunch bar, a lounge bar la sera. Anche per rispondere in modo più efficace alla doppia concorrenza del low-cost (take-away, ecc.) e dei canali alternativi (gdo, casa, self-service).
Spazio fisico e mondo digitale
L’idea alla base consiste nella fusione in una sola dimensione dello spazio fisico e del mondo digitale. La tecnologia è presente in maniera importante, ma è quasi invisibile. Non abbiamo più tastiere, ma tavoli sulla cui superficie spostare documenti elettronici (immagini, ma anche testi) come se fossero reali; non monitor, ma pareti o pavimenti che rispondono alla presenza di chi passa, ai suoi gesti e movimenti.
L’alchimia dell’interazione spontanea sta proprio in questo: ci si comporta come se tutto fosse reale, invece avviene grazie alla comunicazione digitale. L’obiettivo è trasformare il bar o il ristorante, in un nuovo media che da un lato reinterpreti la comunicazione e la promozione, dall’altro sia una piattaforma per costruire relazioni tra gli utenti, trasferendo nel mondo fisico i meccanismi delle community del Web».
La dimensione sociale
A tutto ciò si può associare la comunicazione di un brand, alternativa rispetto ai media classici. Appoggi il bicchiere sul tavolo e si disegna sul piano il logo di ciò che stai bevendo. O, al ristorante, poni la bottiglia di vino sul tavolo e compare sulla superficie la scheda con tutte le informazioni di quell’etichetta.
C’è poi una dimensione sociale, dove si realizza un continuum tra la realtà fisica e il web.
Attraverso il dialogo tra un semplice strumento come il telefonino e un lettore Rfid (a radio frequenza),o la lettura di un QR code, è possibile riconoscere il cliente e gestire le sue preferenze. Questi può decidere di condividere con altri amici le sue foto, attraverso il tavolino con touch screen, di organizzare un party definendo in anticipo gli elementi sonori, luminosi e olfattivi del microclima che vuole ottenere. Ma può anche partecipare a un programma di fidelizzazione che, trasferito sul web, permette di inviare un sms a un amico offrendogli un cocktail la sera dopo. Questi a sua volta potrà lasciare un messaggio video sulla bacheca virtuale per ringraziare.
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