I 25 anni dal primo imbottigliamento di un autentico orgoglio piceno come il Pecorino sono stati festeggiati a Vinitaly. Il Consorzio Tutela Vini Piceni ha celebrato questo importante traguardo chiamando alla Terrazza Marche Andrea Grignaffini, direttore di Spirito diVino e nuovo coordinatore della guida vini dell’Espresso, per una speciale degustazione dedicata a questo vitigno e per un excursus approfondito sul territorio in cui nasce e cresce.
Il Pecorino (conosciuto anche come Pecorino d’Arquata, Pecorina arquatanella o Arquitano) è un autoctono marchigiano a bacca bianca, diffuso soprattutto nel Piceno e porta questo nome perché la zona di coltivazione era di solito adibita alla pastorizia (per questo è famoso anche con il nome di Uva Pecorina o Uva delle Pecore). Riscoperto di recente, essendo stato relegato in territori sempre più ristretti a causa della ridotta produttività e dello scarso interesse vinicolo, risulta però iscritto al Catalogo Nazionale delle Varietà fin dal 1871.
Il primo a credere nelle potenzialità del Pecorino, anche in un’ottica di valorizzazione del territorio, è stato il Cavalier Guido Cocci Grifoni, autentico pioniere del mondo della vitivinicoltura che, assieme ai sommelier Teodoro Bugari e Carlo Pontani, inizia lo studio e il censimento di questo vitigno quasi dimenticato. Nel settembre del 1982 individuano una delle ultime vigne coltivate a Pecorino, nella frazione di Pescara di Arquata del Tronto in provincia di Ascoli Piceno. Il Cavalier Cocci Grifoni preleva i tralci, li porta nella sua azienda a San Savino di Ripatransone e inizia i primi innesti di quella che oggi è considerata la “vigna madre”. La prima vendemmia rilevante è quella del 1990: la Tenuta Cocci Grifoni inizia la prima vinificazione in purezza del Pecorino e il primo imbottigliamento come vino da tavola senza indicazione di annata e nome. Nel 2001 il valore della produzione picena di Pecorino riceve il conferimento della Doc “Offida Pecorino”, mentre nel 2011 arriva il conferimento della Docg.
L’incontro che ha compreso la degustazione di undici diverse tipologie di Pecorino, provenienti da alcune delle cantine che aderiscono al Consorzio Tutela Vini Piceni, a partire ovviamente dalla Tenuta Cocci Grifoni, seguito da Cherri d’Acquaviva, Ciù Ciù, Saladini Pilastri Saladino, Centanni Giacomo, Domodimonti, La Canosa, Poderi dei Colli, San Giovanni, Santa Liberata e Terra Fageto, è stato introdotto da Armando Falcioni, direttore del Consorzio tutela vini piceni e accompapagnato anche dal commento di Piergo Gorgoni, responsabile delle degustazioni per Spirito di vino. Le annate degustate andavano dal 2012 al 2015 e hanno evidenziato la plasticità del Pecorino con le visioni ardite di alcuni produttori tanto che alcune tipologie, è stato il commento, si dimostrano pronte per la sfida con le carni rosse.
Come sempre, ad esaltare il momento di wine tasting, l’abbinamento gastronomico curato dallo chef stellato Errico Recanati che, per l’occasione, ha proposto un piatto a base di olive ascolane e paté di pesce dell’Adriatico.
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