L’impronta digitale di un vino e di una Denominazione coincidono spesso con il profilo del suo paesaggio: imparare a leggerlo, ad apprezzarne le sfumature e a valorizzarne le differenze sono la chiave per rafforzare l’identità del prodotto. E’ nato da questi presupposti il progetto di suddivisione del territorio di produzione del Chianti Classico in aree più ristrette e dotate di maggiore omogeneità, per arrivare ad indicare in etichetta il nome del borgo o villaggio. Le norme nazionali ed europee consentono infatti che per i vini Dop si possa fare riferimento a Unità geografiche aggiuntive, identificate all’interno della zona di produzione della Denominazione. “E’ il territorio che fa la differenza: è da sempre uno dei nostri motti preferiti -ha affermato Giovanni Manetti, presidente del Consorzio, in un viaggio virtuale attraverso le future Uga del Gallo Nero al Mudec di Milano- Quello del Chianti Classico è un territorio coperto per due terzi da boschi e con solo un decimo di areale dedicato alla viticoltura, che oggi per oltre il 50% segue i dettami dell’agricoltura biologica. Un territorio capace di esprimersi al massimo in tutte le declinazioni del Gallo Nero. Il vino rispecchia il territorio come un’immagine fotografica in negativo, e per questo è così importante sia preservare il suo contesto ambientale e paesaggistico, sia poterlo raccontare al consumatore, nelle sue varie sfaccettature, anche attraverso l’etichetta”.
Il territorio di produzione del Chianti Classico è così stato suddiviso in alcune aree, distinguibili in base a criteri specifici, quali la riconoscibilità enologica, la storicità e la notorietà: San Casciano, Greve, Montefioralle, Lamole, Panzano, Radda, Gaiole, Castelnuovo Berardenga, Vagliagli, Castellina e San Donato in Poggio. In una prima fase, le Unità Geografiche Aggiuntive saranno applicate alla sola tipologia Gran Selezione, con la disponibilità e l’apertura all’utilizzo anche per le altre due tipologie in un prossimo futuro: una scelta di importanza strategica per rafforzare l’intento delle Uga di rappresentare le eccellenze del territorio. L’introduzione del nome del villaggio in etichetta servirà infatti a intercettare e soddisfare l’interesse dei consumatori che, in numero sempre maggiore, desiderano approfondire la conoscenza del rapporto fra i vini del Gallo Nero e il loro territorio di origine.