Farina, acqua, sale, strutto (o olio d’oliva), senza aggiunta di conservanti o aromi additivi. Pochi e semplici ingredienti sono il segreto della piadina romagnola, un vero ‘cibo di strada’ che grazie al suo prezzo contenuto e alla varietà di abbinamenti, si trova facilmente in ogni punto di ristoro in tutt’Italia.
Un prodotto, però, che va tutelato e valorizzato nella sua genuinità, così, dopo il riconoscimento dell’ Indicazione geografica protetta, ecco ora la nascita il Consorzio di Promozione della Piadina Romagnola, sostenuto da un gruppo di produttori in rappresentanza di tutta la zona di lavorazione consentita dal disciplinare, da Rimini a parte della Provincia di Bologna (9 comuni sul tracciato del fiume Sillaro), passando per Forlì-Cesena e Ravenna.
In Romagna la produzione delle piadine ha raggiunto i 35 milioni di chilogrammi per un fatturato di circa 70 milioni di euro, che salgono a 92 se si considerano le zone contigue di San Marino e dell’Emilia. E a questi numeri si aggiungono i fatturati dei chioschi, veri testimonial dell’artigianalità del prodotto, diffusi in ogni angolo della Romagna e il cui giro d’affari è stimato in ulteriori 15-20 milioni di euro.
Foto: www.ricettaidea.it
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