Un Vinitaly positivo

Soddisfatti i produttori e soddisfatti i buyer. I numeri di quest’anno, infatti, parlano di un incremento di compratori stranieri la cui incidenza è arrivata al 36 per cento sul totale. L’Europa rappresenta sempre il primo mercato, ma seguono Paesi come Russia, Brasile e Stati Uniti

Federica Belvedere

Si è chiusa un’altra edizione di Vinitaly e tutti noi siamo sopravvissuti alla kermesse veronese che ogni anno ci mette a dura prova. Per l’enormità dello spazio fieristico, per i tanti convegni, incontri, conferenze stampa, degustazioni, presentazioni e anche brindisi, con tanto di chef stellati, per il desiderio e la curiosità di partecipare a tutto ma, ahimé, così mai non è, e si ha sempre la sensazione che è molto di più ciò che si perde di ciò che si è visto…. Be’, ormai siamo abituati e sappiamo bene che oltre un certo limite non si può andare, ma la sensazione anche di quest’ultimo Vinitaly è stata di grande vivacità, dinamismo e una positività che fa ben pensare.

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Certo, i numeri aiutano, 150 mila i visitatori, secondo le ultime stime, e soprattutto quelli riferiti ai buyer stranieri sui quali tanto ha puntato Veronafiere. Secondo gli ultimi dati, non ancora definitivi la crescita dei visitatori esteri è stata del 5 per cento: ne sono arrivati oltre 56 mila, contro i 53 mila del 2013, raggiungendo un’incidenza del 36 per cento sul totale. Russia, Brasile, Stati Uniti area centrale, sono i primi tre mercati su cui hanno puntato gli espositori di Vinitaly per aumentare il loro export. Questo dato è emerso dal primo Outlook di wine2wine, l’Osservatorio b2b di Vinitaly, che è il primo di una serie di ricerche avviate per la nuova iniziativa di formazione, informazione e networking in chiave business a supporto dell’attività imprenditoriale di Veronafiere/Vinitaly in programma il prossimo 3 e 4 dicembre a Verona. “L’Outlook di Vinitaly ora e wine2wine a dicembre -ha affermato Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere- sono i nuovi tasselli che aggiungiamo a Vinitaly, inteso come piattaforma di servizi alle imprese vitivinicole italiane che prima ascolta i propri clienti e poi li accompagna sui mercati internazionali”. A Vinitaly il premier Matteo Renzi ha lanciato l’obiettivo del più 50 per cento dell’export enologico al 2020 e ha annunciato il piano in 18 punti per la semplificazione in agricoltura e per il sostegno delle imprese agricole e dei giovani. “Il Governo sta facendo molto per il vino -ha commentato Ettore Riello, presidente di Veronafiere- e l’investitura che abbiamo ricevuto dal ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina nella giornata inaugurale di Vinitaly per la realizzazione e la gestione del Padiglione del Vino a Expo Milano 2015 è importante, perché riconosce alla fiera e a Vinitaly un ruolo centrale e di sistema per la promozione del vino italiano nel mondo”.

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Tutto bene, quindi, ma un sassolino dalla scarpa vorremmo togliercelo: è possibile, a Vinitaly, non trovarci più circondati da giovani un po’ troppo euforici che urlano e cantano a squarciagola, brindando allegramente ogni giorno di fiera? Non solo la domenica, come da sempre è tacitamente consentito… Sarà che sono aumentati i wine lovers, sarà che il vino vive una stagione effervescente e di notorietà come la cucina e gli chef, ma, per favore, non sarebbe male essere un po’ più selettivi, no?

Foto Ennevi-Veronafiere

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