Chi avrebbe mai detto che nella terra dello speck, del gulasch e dei canederli, dove la tradizione culinaria è strettamente connessa con il rapporto non proprio paritario tra l’uomo e gli animali, qualcuno sarebbe un giorno riuscito a fare attecchire la filosofia vegetariana, proprio all’interno di uno dei luoghi simbolo dell’enogastronomia altoatesina, come è, in effetti, il maso? Tra il santuario della Madonna di Pietralba e il Bletterbach, l’affascinante “Gran Canyon“ dell’Alto Adige, una comoda strada forestale, percorribile anche con il passeggino, porta, in 35-40 minuti, alla malga Monte San Pietro un vero e proprio tempio della salute a tavola che Alexander Bisan ha voluto dedicare alla natura, in quanto fonte di vita per gli uomini e per gli animali. Quella di Alexander, che poteva inizialmente sembrare una missione impossibile, si è invece col tempo trasformata in un’attività apprezzata da un numero sempre crescente di persone e di visitatori, che hanno raccolto il suo invito a trascorrere più tempo all’aria aperta e a lasciarsi contagiare dalla volontà di rispettare e prestare attenzione a tutte le creature dell’universo.
Ma quello che davvero stupisce gli ospiti che arrivano alla malga Monte San Pietro è il menu di piatti proposti dalla cucina. Coraggiosamente – nella convinzione che il consumo di carne sia discutibile dal punto di vista ecologico e contraddica il principio di onorare e rispettare l’universo in ogni sua forma – a partire dal 2013, la malga ha trasformato la propria proposta in un’offerta esclusivamente vegetariana e vegana. Le pietanze vengono scelte accuratamente e preparate con ingredienti di provenienza non solo regionale ma addirittura dei prati e dei boschi circostanti e in gran parte biologici. Gli sciroppi dissetanti alla melissa, al sambuco e alla menta e i tè alle erbe – rilassanti, curativi e rinfrescanti – vengono creati da piante raccolte a mano. Le torte e i dolci, spesso appena sfornati, sono cremose, delicate e saporite. Insomma, c’è di che fare storcere il naso al turista distratto e affamato, in cerca dei classici sulla tavola elencati in una qualsiasi guida turistica datata. Eppure, con quella pazienza e quello sguardo attento che Alex da sempre suggerisce di coltivare, si possono trovare vere e proprie chicche – Tagliatelle al pesto di erbe aromatiche, polpette al farro, gnocchi alle ortiche e agli spinaci selvatici, solo per citare qualche piatto – che, una volta provate, è difficile dimenticare. “E’ un onore poter sorprendere i miei ospiti con alcune particolarità e viziarli con piatti salutari – dice sempre Alex – Nel servire a tavola voglio avere la coscienza pulita”. E la mucca Berta, che rumina tranquilla, gettando uno sguardo verso chi le fa una foto, non può che apprezzare la filosofia del suo amico umano.
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