N°151 Dicembre

CONVEGNI Alta Langa, oltre i 500 metri “Quando mi sono diplomato enologo, la viticoltura in Langa si sviluppava tra i 200 e i 500 metri di altitudine -spiega Pietro Quadrumolo, presidente di Vite Colte- Oltre c’erano solo boschi, noccioleti e pascoli. Poi è iniziata una rivoluzione climatica che oggi è in pieno svolgimento. Parallelamente, a partire dagli anni ‘90 il Piemonte ha deciso di riconquistare una posizione tra i principali produttori di bollicine dopo aver dominato questo mercato per quasi 100 anni. In questo scenario è nato il nostro progetto di produrre un Alta Langa con una impronta particolare e distinguibile. Il disciplinare dell’Alta Langa prevede (unico al mondo) un’altezza minima dei vigneti a 250 metri di altitudine. Noi abbiamo deciso di alzare l’asticella e abbiamo selezionato vigneti oltre 500 metri per produrre il Brut 500 e con il nuovo anno lanceremo sul mercato un Pas Dosè 600”. A questo argomento “Perché l’altitudine fa la differenza”, l’azienda di Barolo (Cn) ha dedicato un convegno -di cui scriveremo diffusamente sul prossimo numero di Food&Beverage- con l’aiuto di due scienziati (Vincenzo Gerbi e Attilio Scienza), per spiegare che produrre in quota non è una mera decisione di marketing, ma una decisione strategica supportata da comprovate motivazioni scientifiche. FRIULI Ribolla, non solo vino Un bassotto per amico, ma non solo. Un bassotto speciale, Ribolla, rappresenta da tempo l’azienda Collavini. Questo curioso logotipo è il simbolo di una storia d’amore tra Manlio Collavini e il suo primo bassotto, Ribolla, appunto. Alla morte della cagnolina, Manlio decise -quasi come un tributo- di inserire la sua immagine sull’etichetta del Pinot Grigio. Inizialmente l’idea fu accolta con scetticismo, ma poi si riscontrò un crescente interesse verso il “vino del bassotto” e fu evidente come questo simbolo aumentasse l’originalità del prodotto, facilitandone la riconoscibilità e conferendogli una maggiore identità. L’idea alla fine si rivelò un successo, tant’è che la decisione successiva fu quella di inserire il bassotto sul logo aziendale, diventando così il simbolo che contraddistingue l’azienda. Ulteriore dimostrazione di creatività e sperimentazione della cantina friulana che, negli anni ’70, creò il Metodo Collavini per la spumantizzazione della Ribolla Gialla Brut: un’intuizione che diede nuova vita a un vitigno e a un vino fino ad allora poco considerato. Nella foto, Manlio Collavini con i figli Giovanni e Luigi e il bassotto Ribolla. BUONA per natura Allevati al pascolo: Grass Fed Scopri dove trovarla su www.irishbeef.it

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