N°151 Dicembre

16 Food&Beverage | dicembre 2023 Una verticale di Barolo per Riserva Cannubi 1752 Barbara Amati Damilano ha presentato l’annata 2016 affinata sette anni. Un vino dai profumi intensi, complesso e profondo in degustazione con le annate 2008, 2010, 2013 e 2015 Il Barolo Docg Riserva Cannubi 1752 è il fiore all’occhiello della cantina Damilano che ha presentato al DaV di Milano l’ultima annata appena uscita sul mercato, la 2016. Una degustazione verticale delle annate 2008, 2010, 2013 e 2015 ha raccontato l’evoluzione e la complessità di un vino nato con la vendemmia 2008 quando l’azienda decise di valorizzare Tumela, il nucleo storico della menzione geografica Cannubi, situata nella parte più alta e centrale della collina. Il pregio delle uve è determinato dal tipo di suolo: è l’unica zona, nell’intero comprensorio della produzione del Barolo, dove sono compresenti terreni caratterizzati da marne di S. Agata, fossili con residui di arenarie di Diano, appartenenti a ere geologiche diverse. La presenza di sabbia fine conferisce ai vini profumi intensi, con spiccate note fruttate di ciliegia e prugna e di evoluzione come tabacco, rosa e viola. L’alcalinità e il calcio regalano un tocco finale di finezza ed eleganza. Limo e argilla con microelementi, potassio e magnesio conferiscono un colore intenso e vivo, oltre a concentrazioni polifenoliche elevate. Questo Barolo ha subito poi una lunga fermentazione con una macerazione a cappello sommerso, seguita da un invecchiamento di 60 mesi in botti grandi e 24 mesi in bottiglia: questo gli ha donato una straordinaria complessità e profondità. “Il nome scelto è un omaggio all’anno a cui risale la più antica bottiglia delle Langhe, oggi conservata a Bra, che porta in etichetta il nome Cannubi -ha ricordato Paolo Damilano- Un vigneto già celebre prima dell’avvento del Barolo”. L’azienda, che si avvale della consulenza dell’enologo Beppe Caviola, ha atteso l’apertura della prima bottiglia per sette anni, rispetto ai cinque canonici: una sfida che rappresenta la summa della filosofia produttiva interpretata dall’enologo Alessandro Bonelli. La verticale del Barolo Docg Riserva Cannubi 1752, guidata del sommelier del DaV, Stefano Orru, ha messo in evidenza le differenze determinate dall’annata. Nonostante le sfide climatiche, la vendemmia 2008 ha dato un Barolo di grandiosa struttura, freschezza e complessità fuori dal comune. L’inverno rigido del 2010 e le abbondanti nevicate hanno favorito la maturazione di uve di eccellente qualità; il 2013 si è caratterizzato per una vendemmia che ha prodotto vini adatti all’invecchiamento e ben strutturati; la vendemmia 2015 è stata una delle migliori, con un’eccezionale qualità dei tannini che hanno garantito vini strutturati, eleganti e longevi. “La 2016 è stata tra le migliori annate dell’ultimo decennio e ha regalato vini eleganti, profumati, complessi e netti, adatti a un lungo invecchiamento -ha ricordato Orru- Un vino fine e profondo, complesso e prorompente, dal sorso fresco: perfetto oggi, ma con la prospettiva di essere straordinario nei prossimi anni”. Alla degustazione è seguito un pranzo firmato da Enrico e Roberto Cerea che hanno proposto la Tartare di visciola al tartufo nero con il Barolo Docg Raviole 2019 e il Barolo Docg Brunate 2019, il Risotto al Castelmagno con il Barolo Docg Liste 2018 e il Barolo Docg Cerequio 2019, e la Guancia di vitello brasata con crema di patate con il Barolo Docg Cannubi 2019. EVENTI Da sinistra, Paolo Damilano con il fratello Guido. Il Barolo Docg Riserva Cannubi 1752 è frutto della valorizzazione di Tumela, il nucleo storico della menzione geografica Cannubi, dove il suolo presenta caratteristiche particolari che lo rendono particolarmente adatto alla coltivazione della vite

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