N°151 Dicembre

88 Food&Beverage | dicembre 2023 “Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano”, recita una canzone di Antonello Venditti e, forse, vale per tutte le forme di amore. Per le passioni, o per i sogni, che abbiamo ma a cui non sembriamo destinati. Ma quando urlare contro l’Universo sembra ormai un inutile spreco di energie, ecco che appare un segno. Piccolo piccolo, a volte, ma quel tanto che basta per rimettersi in marcia. L’amore per il mondo dell’ospitalità è nato in Chiara Poloni quando era bambina ed è cresciuto nutrito da abitudini familiari, riti di convivialità, occasioni speciali: “Non vengo da una tradizione di operatori del settore ma di fruitori -ricorda- I miei genitori erano soliti nei fini settimana uscire a prendere un aperitivo e io, bambina, ero affascinata dalla cura e dai particolari che accompagnavano l’avvenimento. Entrare nel locale mi faceva sentire speciale, la cortesia, la preparazione e disposizione degli oggetti e dei bicchieri era una lusinga che mi pareva un privilegio”. Peccato che, a volte, altre priorità offuschino le intuizioni infantili; Chiara frequenta il liceo scientifico, ma proprio un anno poco proficuo a scuola la porta a un’estate di lavoro in un’enoteca vicino a Mestre. Qui avviene l’incontro con Maurizio Bevilacqua che diventerà il suo mentore e una presenza provvidenziale anche successivamente. Perché la storia d’amore tra Chiara e il banco bar avrebbe dovuto attendere ancora un po’. Infatti s’iscrive all’Università e si laurea come interprete e traduttrice, ma un inaspettato bando della Regione Veneto la porta a Valencia per uno stage in un hotel di lusso: “Ho imparato a cogliere ogni occasione, perché non sai dove ti può portare -racconta- Al rientro, grazie a un altro bando, ho lavorato per Italo. Contratto a tempo indeterminato. Sembrava la quadratura del cerchio”. O forse no. C’era nella testa quella vocina, quel ricordo di bambina, e Chiara, lasciando amici e familiari allibiti, inizia a studiare mixology, lascia il lavoro e parte per Barcellona con l’intento di frequentare un corso Ibs. Un salto nel buio che all’inizio sembra dare i suoi frutti: scuola, riconoscimenti, colloqui di lavoro. Se non fosse che la pandemia e il lockdown mescolano ancora le carte. Tornare a casa, dopo aver dato fondo ai risparmi e rinunciato a un posto “sicuro”, metterebbe alla prova chiunque, ma la resilienza di Chiara ha un che di epico, così come il non temere “giri immensi” per arrivare alla meta. Basta una vetrina, magica, suggestiva…la porta nascosta di uno speak easy (L’Antiquario di Napoli, ndr) che si apre rivelando quel mondo tanto atteso… “Certi amori non finiscono” e oggi Chiara Poloni è bartender da Amo, a Venezia, vive il suo sogno di dedicarsi all’ospitalità, al far stare bene le persone. Grata della fiducia e della libertà che il Gruppo Alajmo le ha riservato, si esprime nella creazione di drink che si sviluppano a partire da un’immagine, un profumo, una suggestione; dove l’amore per i formaggi s’incontra con i ricordi delle fragole gustate da bambina, dove le alghe rivelano la persistente e nutriente energia del mare. Il sogno nel cassetto, Chiara Poloni lo ha realizzato, desidera solo continuare a farlo. SPIRITBARMAN L’amore per il banco nasce da bambina, si nasconde per anni e quando riemerge diventa incontenibile. E l’ex interprete oggi traduce ricordi e suggestioni nei suoi cocktail Manuela Caspani La storia di Chiara e la passione che vince Strawberry Goats 60 ml Vodka Altamura al formaggio di capra 40 ml cordiale di fragole Tecnica: stir and strain “La prima volta che ho assaggiato un’insalata di fragole e formaggio di capra è stata a Milano, in un locale dove sembrava di stare a casa. L’insieme di emozioni dovute a una giornata molto importante, l’ambiente e le persone con cui ero a tavola hanno fatto sì che quei sapori che al palato risultavano così familiari mi solleticassero il cuore. Dovevo trasportarli in un cocktail”.

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