N°151 Dicembre

96 Food&Beverage | dicembre 2023 Così la pensano gli italiani interrogati da un’indagine. Il 51% ha però ridotto la carne per motivi ambientali e accetta in alternativa legumi, uova, pesce e formaggi. Ma non gli insetti Clementina Palese VERITÀNASCOSTE La dieta sostenibile è un po’ costosa Si può essere sostenibili a tavola? La risposta è sì. Gli orientamenti dei consumatori italiani sono stati indagati da uno studio del Centro alimenti e nutrizione del Crea-Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria e pubblicato sulla rivista scientifica Nutrients in settembre. Per gli scettici è il caso di ricordare che l’aumento globale della domanda di cibo legato all’incremento mondiale della popolazione avrà costi ambientali e sociali e inevitabili impatti sul consumo di acqua e suolo e sulle emissioni di gas serra. Tutti aspetti che devono essere considerati nell’elaborazione delle linee guida dietetiche, così come sono necessari ulteriori studi per comprendere le preferenze delle persone verso nuovi alimenti sostenibili, in particolare proteici. Gli italiani sanno quanto sarebbe opportuno cambiare abitudini alimentari per aiutare il pianeta? E sarebbero davvero propensi a farlo? Quali sono le alternative alla carne che potrebbero accettare e quali, invece, rifiutano? Queste le domande sottoposte nel 2022 dall’Istituto di ricerca Svg a un campione di 815 adulti rappresentativo della popolazione italiana per area di residenza, genere ed età. I risultati elaborati dal Crea hanno evidenziato che i cittadini sono poco consapevoli dell’impatto che i loro consumi alimentari hanno sull’ambiente e che percepiscono i prodotti sostenibili come troppo costosi. Se il 51% degli intervistati ha ridotto il consumo di carne per questioni ambientali, il 27% non lo ha fatto e non intende farlo in futuro, almeno non per questi motivi. Il campione, inoltre, ha mostrato di accettare come alternative alla carne gli alimenti raccomandati nelle linee guida dietetiche italiane (84% legumi, 82% uova, 77% pesce, 72% formaggi e 69% frutta secca in guscio), mentre altri cibi, come gli insetti, sono stati fortemente rifiutati dal 67%. In minore misura rispetto agli insetti, vengono respinti quasi dalla stessa percentuale (61%) di partecipanti sia prodotti di origine vegetale che mimano la carne con derivati Ogm, sia la carne sintetica. Mentre risultano più graditi i prodotti vegetali che mimano la carne senza Ogm, rifiutati solamente dal 47%. Un’analisi statistica applicata a questi risultati (cluster analisys) ha evidenziato che il dato che più di tutti divide i consumatori italiani è l’importanza della carne, con il 27% dei consumatori che ne consuma e che non intende ridurne il consumo, mentre il 52% è convinto che la carne sia necessaria per avere una dieta bilanciata. Tuttavia, ben il 90% del campione si ritiene in qualche modo predisposto al cambiamento e chiede interventi più attivi da parte di organi terzi nazionali e/o europei, che non siano però la tassazione dei prodotti non sostenibili o la limitazione nei punti di vendita: azioni, queste, che non vengono percepite come positive.

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