N°152 Febbraio Marzo

15 Food&Beverage | febbraio-marzo 2024 Incontri produttori e buyer all’Italian Taste Summit 2024 Giovanna Moldenhauer EXPORT Italian Taste Summit ha raccolto la soddisfazione dei 39 produttori partecipanti che hanno potuto incontrare one-to-one oltre 200 buyer internazionali alla Villa Reale di Monza L’Italian Taste Summit è organizzato da Joanna Miro, economista, marketer, broker e Ceo di Wine Global Aspect (Wga), che seleziona vini di aziende identitarie, piccole o grandi, destinati al canale horeca internazionale. L’evento ha avuto due partner importanti, l’Accademia Italiana della Vite e del Vino e lo Iulm, Università di lingue e Comunicazione di Milano Joanna Miro, economista, marketer, broker e Ceo di Wine Global Aspect (Wga), seleziona vini di aziende identitarie, piccole o grandi, destinati al canale horeca internazionale e organizza ogni anno l’Italian Taste Summit che si è svolto a inizio febbraio alla Villa Reale di Monza. L’ottava edizione ha costituito un’occasione preziosa per i 39 produttori che hanno incontrato 200 buyer provenienti da Usa, Germania, Russia, Giappone, Hong Kong, Danimarca, Polonia, Messico, Svizzera, secondo un calendario di appuntamenti prefissato e con la formula oneto-one. L’evento ha avuto due partner importanti, l’Accademia Italiana della Vite e del Vino e lo Iulm, Università di lingue e Comunicazione di Milano. “Questa edizione ha confermato la validità del sistema messo a punto negli anni consolidando la qualità sia delle aziende, sia degli importatori -ha sottolineato Joanna Miro- Ma c’è distanza tra i dati teorici sui mercati e la realtà, in particolare nel distinguerne le potenzialità. Ad esempio, Ungheria, Polonia e Kazakistan, di cui anni fa abbiamo intuito le potenzialità, si accingono ormai a diventare maturi, mentre realmente emergenti sono Malesia, Thailandia e Messico. I mercati maturi rimangono importanti, al netto della congiuntura economica abbastanza pesante che li investe, mentre per la Cina si conferma lo scetticismo manifestato prima della flessione iniziata nel 2019”. L’alta formazione è tra i compiti dell’Accademia Italiana della Vite e del Vino fin dalla fondazione 75 anni fa: “Nel recente passato abbiamo organizzato diversi corsi di aggiornamento professionale per imprenditori e manager del settore, partendo da un confronto con gli operatori -commenta il presidente Rosario Di Lorenzo- L’Accademia ha condiviso questi percorsi con realtà esterne, come il Wga. Mai come oggi l’innovazione è una esigenza dal punto di vista sociale ed economico”. “Sapere quali soluzioni e comportamenti sono più funzionali per il successo della vendita oggi è più che mai strategico -dice Vincenzo Russo, esperto di neuromarketing dello Iulm- Per costruire relazioni e meccanismi di comunicazione molto più funzionali rispetto alla descrizione tecnica di un vino o di un’azienda, viene in aiuto il neuroselling, una tecnica che permette di conoscere meglio la prevedibilità irrazionale e quindi di costruire una relazione ‘human to human’ in un contesto in cui la dimensione esperienziale deve essere positiva”. Oltre agli incontri one-to-one Italian Taste Summit ha offerto alle aziende l’opportunità di presentare i propri vini nel corso di masterclass. Aldo Rainoldi ha proposto Sassella, Inferno e Grumello, tutti in versione Riserva 2018, oltre allo Sfursat 2020. San Salvatore 1988 ha puntato sul Vetere Rosato 2023, i due bianchi Pian di Stio Fiano e Calpazio Greco, entrambi del 2022, e gli Aglianico Jungano 2020 e Gillo Dorfles 2017. Marchesi de’ Cordano ha proposto una verticale del Trinità Montepulciano d’Abruzzo Doc Riserva 2000, 2006, 2012 e 2018. L’azienda Scolari, produttrice di Lugana e Groppello sul Lago di Garda, ha raccontato entrambe le tipologie. Mandrarossa, la linea d’alta gamma di Cantina Settesoli, ha puntato sul Grillo 2023 e 2022 e sul Nero d’Avola 2022. Verticale di Montepulciano d’Abruzzo dal 2000 al 2008 per Stefania Pepe che conduce i suoi vigneti in biodinamica.

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