N°152 Febbraio Marzo

3 Food&Beverage | febbraio-marzo 2024 EDITORIALE Barbara Amati amati@foodandbev.it i Il futuro è qui Fino a poco tempo fa l’intelligenza artificiale sembrava una tecnologia del futuro. Poi è arrivata ChatGpt e l’intelligenza artificiale, IA, è diventata, oltre che generativa e quindi capace di creare contenuti, elemento del reale, del nostro quotidiano. La sua incredibile potenza si dispiegherà meglio nei prossimi mesi e anni, ma già ora si pone il problema di come utilizzarla. Ad esempio, nella ristorazione, un settore che fino a oggi di tecnologia non ne ha masticata moltissimo. L’Osservatorio Ristorazione ha provato a capire cosa potrà succedere con il rapporto “Tecnologia in Ristorazione. Scenari e Opportunità” che ha sondato un campione estratto dalla banca dati della web app per le prenotazioni Plateform. Un pubblico già orientato verso la tecnologia, quindi, e infatti si afferma che il 2023 verrà ricordato come l’anno della “diffusione capillare dell’intelligenza artificiale”. Quattro ristoratori su dieci dichiarano, infatti, di aver fatto uso di strumenti riconducibili all’IA e per il 2024 il 73% dichiara di volerne implementare o potenziare l’uso. Un po’ eccessivo, forse, visto che il rapporto Fipe 2023 affermava: “Da molti anni in Italia la digitalizzazione dell’horeca procede con lentezza a causa dell’elevato numero di imprese che non consente di sfruttare al meglio i benefici di scala della tecnologia e di sostenere le spese necessarie alla sua implementazione. Ancora pochi esercenti ricorrono a sistemi di Crm o a strutture di servizio clienti digitalizzate (principalmente grandi catene)”. Qui, però, non ci interessa discutere i dati dell’indagine, quanto estrapolarne gli elementi più interessanti che riguardano l’utilizzo dell’IA. Gran parte degli intervistati ha utilizzato ChatGpt o strumenti simili per velocizzare o migliorare la stesura di testi. Un numero minore vi ha fatto ricorso per la descrizione dei piatti, la stesura di procedure interne, la ricerca di informazioni e dati. Sette ristoranti su dieci hanno dichiarato che impiegheranno o potenzieranno l’utilizzo di intelligenza artificiale nei prossimi mesi con chatbot e strumenti generativi di foto e video, per proporre contenuti sempre più calibrati sul gusto dei clienti. Ad esempio, i menu digitali, magari aggiornati in tempo reale, con informazioni maggiori rispetto a quelli cartacei. E poi c’è il dietro le quinte, la cucina con software gestionali più sofisticati grazie all’IA e la robotica con forni che possono ulteriormente migliorare le performance, non certo sostituendo il cuoco, ma gestendo preparazioni più semplici e quindi permettendo al personale di cucina di avere più tempo a disposizione per operazioni più complicate. Tutto questo condito con una robotica sempre più in grado di portare a termine operazioni ripetitive e noiose. Ci vorrà del tempo prima che l’industria tecnologica traduca il potenziale dell’IA in nuove funzionalità da adottare nei ristoranti, ma non poi così tanto, e questo si potrà tradurre in un aumento della produttività la cui stagnazione è uno dei problemi della ristorazione nostrana. Perché questo appare, almeno fino a oggi, il grande potenziale dell’IA. Creatività in cucina ne abbiamo parecchia, è inutile favoleggiare sulla scomparsa del cuoco a favore di un robot, mentre c’è molto bisogno di strumenti intelligenti per lavorare meglio e con maggiore profitto. L’avvento dell’IA, se ce ne fosse bisogno, conferma che siamo da tempo entrati nell’era della formazione continua dove il tempo per rilassarsi è poco, perché bisogna stare sempre sul pezzo. Il futuro è già qui. L’arrivo dell’intelligenza artificiale riguarda anche la ristorazione. In attesa che lo strumento dispieghi la sua potenza bisogna cercare di capire come può essere utilizzato in cucina

RkJQdWJsaXNoZXIy NTUwOQ==