N°152 Febbraio Marzo

31 Food&Beverage | febbraio-marzo 2024 Colline Albelle è una giovane azienda toscana di Riparbella, in provincia di Pisa, nata dall’incontro di Julian Reneaud, agronomo ed enologo, con due produttrici di vino. La tenuta prende il nome dai profili collinari e dai bianchi suoli tufacei. Il Mar Tirreno è ad appena 10 chilometri e i 20 ettari di vigneto, circondati da boschi, si trovano a 300 metri sul livello del mare. Si coltiva in regime biologico e biodinamico. Sono tre i vini prodotti da Julian Reneaud presentati al ristorante di Terrazza Duomo 21 accompagnati dai piatti dello chef Roberto Conti, portavoce di una cucina fatta di materie prime eccellenti e di tecnica, veloce e dinamica. Ha inizio qui il tour enogastronomico del winemaker, francese di origine e toscano d’adozione, dedicato ai sommelier dell’alta ristorazione e ideato da 32consulting. “Dopo aver lavorato come enologo in cantine in tutto il mondo, dalla California all’Australia, sono arrivato in Toscana dove ho scoperto un particolare terroir che aveva grandi potenzialità”, ricorda Reneaud. La scelta è stata di impiantare sangiovese, merlot e vermentino e produrre solo vini in purezza per esprimere al meglio le peculiarità del vitigno e del territorio, con una gradazione alcolica leggera, intorno ai 10°. Colline Albelle Inbianco, presentato nelle annate 2022 e 2020, è un’espressione delicata del terroir, minerale e floreale. Il Vermentino è raccolto appena maturo, tempestività che consente di ottenere una beva fragrante. Le uve sono vinificate in acciaio prima di passare 6 mesi in barrique non tostate. Colline Albelle Inrosso, prodotto nella vendemmia 2021, è un Merlot dinamico, croccante, verticale. Ha un bouquet delicato, una ricercata freschezza e una bella spalla acida che sottolineano una struttura tannica fitta completata da aromi di frutti rossi. “Questi due vini rivisitano il Vermentino e il Merlot e sono nati per essere di anno in anno gli interpreti più freschi dei vigneti e della vendemmia -spiega il produttore- Il vino di punta, Serto, vuole, invece, essere un’espressione più classica del Sangiovese. L’obiettivo era catturare e giocare con le note di foglia di pomodoro, di pomodori secchi e, con un affinamento di 30 mesi in barrique e 6 mesi in bottiglia, ottenere una struttura tannica setosa. Nel Serto 2020 si ritrova l’identità di Colline Albelle con un’espressione elegante, lunghezza e verticalità”. Lo chef Roberto Conti ha studiato dei piatti che esaltano profumi e sapori di questi vini: “A Inbianco, il Vermentino, dalla mineralità molto accentuata, ho accompagnato la Frolla salata, Royale di mazzancolla adriatica, la sua maionese e asparagi di mare, caratterizzata da sapidità e dalla dolcezza dei crostacei. Per Inrosso, un Merlot quasi un po’ ruffiano, ho preferito una ricetta che lo contrastasse, come il Raviolo di coniglio glassato con un ripieno acido e salato e un fondo con una certa dolcezza. Invece, al Serto ho abbinato una preparazione francese classica, il Filetto di vitello, lardo di Arnad, carota bianca e Porto rosso, lineare e molto dolce che ‘stacca’ con il salato del lardo. Infine, la Cheesecake allo Zola di Abbiategrasso e pera Martina al Vermentino ha accompagnato Inbianco 2020 in cui lo Zola bilanciava bene l’acidità del vino”. I vini di Colline Albelle con i piatti di chef Conti Barbara Amati FOOD PAIRING Terrazza Duomo 21, a Milano, è stato il palcoscenico per la presentazione dei vini naturali e biologici della tenuta di Riparbella di Julian Reneaud: Inbianco, Inrosso e Serto, identitari del territorio e con solo 10 gradi di alcol Il produttore ed enologo di Colline Albelle, Julian Reneaud, con lo chef Roberto Conti alla presentazione dei vini dell’azienda al ristorante Terrazza Duomo 21. Inbianco, Inrosso e Serto rispecchiano l’identità del terroir toscano in provincia di Pisa e le peculiarità del vitigno. I vini si sono ben accompagnati ai piatti studiati dallo chef, come il Serto 2020 con il Filetto di vitello, lardo di Arnad, carota bianca e Porto rosso, a destra

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