N°152 Febbraio Marzo

48 Food&Beverage | febbraio-marzo 2024 Il Metodo Classico Alta Langa Docg è una realtà che si sta avviando rapidamente verso traguardi impensabili. A portare alta la bandiera di questo spumante di pregio è l’azienda Vite Colte di Barolo (Cn) che si sta qualificando come specialista d’Alta Langa in Alta Quota con l’obiettivo di essere riconoscibili. E lo fa, concretamente, grazie all’impegno in un progetto di ricerca e selezione che ha portato prima alla creazione del Metodo Classico Alta Langa Docg Brut Cinquecento, con la vendemmia 2017 e, oggi, alzando l’asticella, al Pas Dosé Seicento, vendemmia 2019. Cinquecento e Seicento stanno a indicare i metri sul livello del mare in cui si coltivano i vigneti. Una sperimentazione che è stata raccontata in un convegno che ne ha approfondito ogni aspetto, territoriale e aziendale, a Villa d’Amelia, a Benevello (Cn), promosso da Vite Colte, dal titolo “Perché l’altitudine fa la differenza?”. Con la collaborazione di Attilio Scienza, docente all’Università degli Studi di Milano, e di Vincenzo Gerbi, dell’Università degli Studi di Torino, è stato sottolineato che produrre in quota non è una mera decisione di marketing, ma una decisione strategica supportata da comprovate motivazioni scientifiche. Il cambiamento climatico oggi è una realtà con la quale occorre confrontarsi con serietà e lungimiranza, progettando la viticoltura dei prossimi 20-30 anni. Il Consorzio Alta Langa è nato nel 1990 con il duplice intento di promuovere la vocazione del territorio e creare aggregazione tra i produttori; nel 2011 arriva la Docg con un disciplinare che prevede la possibilità di vinificare uve provenienti da appezzamenti a un’altitudine minima di 250 metri e l’affinamento dei vini per almeno 30 mesi. Oggi, però, il cambiamento climatico in atto sta conducendo i produttori alla scelta di allevare la vite a quote più elevate. Come, appunto, precorrendo i tempi, ha fatto Vite Colte. Piero Quadrumolo, presidente dell’azienda, ha sottolineato quanto il cambiamento climatico abbia decisamente modificato le zone vocate, la scelta dei vitigni, i portainnesti e, indubbiamente, la scelta delle altitudini sulle quali potersi spingere. I tempi di modifica del clima sono stati rapidissimi: “Quando mi sono diplomato enologo la viticoltura in Langa si sviluppava tra i 200 e i 500 metri di altitudine -ha spiegato Quadrumolo- Oltre c’erano solo boschi, noccioleti e pascoli. Poi è iniziata una vera e propria rivoluzione climatica che è in pieno svolgimento. Parallelamente, a partire dagli anni ’90 il Piemonte ha deciso di riconquistare una posizione tra i principali produttori di bollicine. In questo scenario è nato il nostro progetto di produrre un Alta Langa con un’impronta particolare e distinguibile”. “L’innalzamento della quota altimetrica provoca una diminuzione di temperatura che può essere calcolata in circa 1°C ogni 100 metri -ha ricordato Scienza- Questo gradiente termico determina un ritardo nelle fasi fenologiche e un rallentamento dei processi di maturazione che avvengono in periodi con temperature giornaliere più basse e si giovano del salto termico tra il giorno e la notte, molto favorevole alla sintesi degli aromi, alla conservazione dell’acidità malica, al pH basso”. Come ha sottolineato Gerbi, le caratteristiche fondamentali di un vino base destinato alla produzione di uno spumante metodo Classico sono la gradazione alcolica non eccessiva, l’acidità sufficientemente elevata, la stabilità chimico-fisica e microbiologica perfette, un sufficiente livello di estratto netto. “Ma la differenza non sta nella quantità di questo o quel componente, ma nel loro equilibrio e nella loro capacità evolutiva. Non a caso i più importanti spumanti classici nel mondo hanno come base ampelografica il pinot nero, accompagnato spesso, come nel caso dell’Alta Langa, dallo chardonnay. Il primo dona al vino base la forza e la longevità, il secondo la dolcezza e i precursori aromatici che ne garantiscono l’evoluzione”. Oggi si rende necessario, come ha fatto Vite Colte, selezionare vigneti collocati oltre i 500 e 600 metri in grado di garantire, soprattutto negli ultimi anni di clima caldo, ottimi vini base, equilibrati e in grado di invecchiare lungamente. Anche se -hanno sottolineato Scienza e Gerbi- non bisogna dimenticare la possibilità di alcuni punti a sfavore, come la pericolosità di gelate per germogliamenti tardivi dettati dall’altiVite Colte, oltre i 500 metri specialisti dell’Alta Quota ALTA LANGA L’azienda di Barolo ha avviato anni fa un progetto di ricerca e selezione per produrre uve per il metodo Classico a 500, 600,700 metri di altitudine. Un convegno ne ha sviscerato ogni aspetto. E oggi, dopo il Metodo Classico Alta Langa Docg Brut Cinquecento, nasce il Pas Dosé Seicento Barbara Amati L’azienda Vite Colte si trova tra le colline di Barolo e porta alta la bandiera del metodo Classico Alta Langa coltivando vigneti ad altitudini impensabili fino a oggi. Il risultato sono spumanti di pregio identitari del territorio e altamente riconoscibili

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