N°152 Febbraio Marzo

71 Food&Beverage | febbraio-marzo 2024 CANALICCHIO DI SOPRA Brunello di Montalcino 2019, raffinata potenza Il 2019 è stato un millesimo “chiacchierato” sin dalla fine della vendemmia. Ultimate le macerazioni, anche Francesco Ripaccioli, alla guida dell’azienda di famiglia Canalicchio di Sopra, a Montalcino, ha capito che si trovava tra le mani un’annata dal grande equilibrio, con una perfetta maturazione fenolica, che esalta la potenza dei vini, e una straordinaria maturazione tecnologica, che grazie al mantenimento di un ottimo quadro acido ne sottolinea la raffinatezza. I Brunello di Montalcino Docg 2019 consegnano tante sfaccettature, ma l’importante fil rouge è il loro grandissimo potenziale evolutivo. Dal punto di vista agronomico, infatti, le viti hanno goduto di un buon apporto idrico in stagioni calde, ma mai torride che, caratterizzate da grandi escursioni termiche, hanno favorito la maturazione e la concentrazione delle uve salvaguardandone la freschezza e la fragranza. Il risultato è una grande espressività olfattiva in cui la purezza dei frutti viene esaltata dalle classiche note balsamiche, tipiche dei vini prodotti nella zona nord di Montalcino, senza mai sopraffare l’elegante florealità, che rimane un tratto distintivo dei vini di Canalicchio di Sopra. Un millesimo senza eccessivi picchi di calore, a partire dall’inverno, caratterizzato da temperature molto basse; le precipitazioni hanno garantito un’ottima riserva idrica per la partenza del nuovo ciclo vegetativo. Da fine maggio fino a luglio lo sviluppo vegetativo è stato omogeneo. Le temperature più alte registrate hanno raggiunto i 35°C, mentre le minime i 15-17°C: una condizione ideale per la pianta che ha avuto la possibilità di “respirare”. In un’annata così spettacolare, Francesco Ripaccioli ha dato il meglio di sé, sottolineando la diversità delle parcelle all’interno del corpo vitato di 19 ettari, dando così un senso compiuto al suo progetto che vede al centro versioni di Brunello, 100% sangiovese, prodotti da singolo vigneto: La Casaccia (nei pressi della cantina) e Montosoli (sul versante nord di Montalcino). Approcci parcellari, lunghe macerazioni e l’impiego di botti grandi per l’affinamento. Il risultato sono vini freschi, di grande scorrevolezza ed eleganza, mai privi di concentrazione e densità; sorsi fedeli all’annata e alla stilistica messa a punto negli anni da Ripaccioli. Una coerenza territoriale ben percepita dalla critica internazionale, che ha visto Vinous assegnare 100/100 al Brunello di Montalcino Vigna La Casaccia, e 98/100 da Robert Parker per Vigna Montosoli. Nel primo caso, il suolo è tendenzialmente argilloso con una buona dotazione di elementi minerali, fra cui spiccano calcio e scheletro. Da questo impianto del 1990, il profilo del vino che ne deriva vede una grande struttura ed eleganza, tannini setosi e un colore brillante. Nella collina del Montosoli, la prima acquistata negli anni Sessanta del secolo scorso da Primo Pacenti, coadiuvato in seguito dal nonno Pier Luigi Ripaccioli, nonno di Francesco, il terreno galestroso vede un’altissima presenza di componenti minerali e una tessitura franco-argillosa con limo. Qui nascono vini dalla spiccata mineralità e sapidità, sorretti da ottime acidità. Per entrambi, il protocollo prevede la vinificazione in vasche d’acciaio con controllo della temperatura di fermentazione, rimontaggi soffici giornalieri, macerazione sulle bucce per 25 giorni e un affinamento di 36 mesi in rovere di Slavonia da 25 ettolitri. Attenzionata dalla critica internazionale, l’annata 2019 ha visto premiare il progetto di Francesco Ripaccioli nella collina nord di Montalcino, che ha dato vita a due grandi Brunello, La Casaccia e Montosoli. Vini distribuiti da Sagna SpA

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