N°152 Febbraio Marzo

80 Food&Beverage | febbraio-marzo 2024 Il fascino antico e glamour dell’Hotel Cortina OSPITALITÀ Gli Apollonio, una delle famiglie fondatrici della comunità ampezzana, dal 1870 guidano l’albergo che conosce una evoluzione continua. Come la cucina di Gianluca Beltramini Elena Bianco Il glamour è sempre stata la cifra distintiva di Cortina d’Ampezzo (Bl) e, c’è da scommettere, lo sarà ancora di più in vista delle Olimpiadi 2026, evento attesissimo per tutte le Dolomiti venete. Nella “road to….” si stanno susseguendo aperture (su queste pagine abbiamo di recente scritto di Alajmo Cortina), restyling, new look. La speranza per chi Cortina la ama davvero, è che questo scintillante palcoscenico e le tante luci non abbaglino al punto da dimenticarsi com’era questa straordinaria cittadina di montagna e quali profonde tradizioni abbia da offrire; ad esempio, chi sa che i falegnami ampezzani conoscevano la tecnica d’intarsio indiana del Tar-kashi, facendo magnifici complementi d’arredo? La impararono grazie a una visita a Cortina nel 1881 di Lord John G.J. Coddington: attendente del Principe di Galles in India, dall’Uttar Pradesh portò manufatti a intarsio chiamati Taarkashi. Ecco dunque che per vivere nella storia dell’Ampezzo, si apprezza un soggiorno che ne faccia parte. Come quello presso l’Hotel Cortina, dal 1870 degli Apollonio, famiglia di “regolieri”, che hanno le loro radici profondamente ancorate alle rocce di dolomia della Conca Ampezzana. Gli Apollonio, infatti, sono fra le famiglie fondatrici della comunità, iscritti nelle Regole d’Ampezzo, istituzione che risale alle invasioni longobarde del 578. È un ordinamento che salvaguarda il territorio, ente con un’impostazione patriarcale riconosciuto dallo Stato italiano attraverso specifiche leggi, per regolamentare l’uso collettivo e democratico del patrimonio agro-silvo-pastorale. Ancora oggi, le Regole d’Ampezzo detengono la più grande proprietà privata d’Italia: 16 mila ettari inalienabili e indivisibili, di cui usufruiscono le famiglie discendenti dall’antico ceppo ampezzano. Come gli Apollonio. Tornando a tempi più recenti, gli Apollonio nel 2024 compiono 135 anni di lavoro nel settore dell’ospitalità, e questo fa del loro Hotel Cortina una delle strutture con maggiori trascorsi storici. La posizione poi è incomparabile, più centrale non potrebbe essere, proprio di fronte alla basilica dei Santi Filippo e Giacomo, il cui campanile con lo sfondo delle Tofane è uno dei simboli della Regina delle Dolomiti. Si ha davvero tutto a portata di sguardo: la vita sfavillante che scorre fra le vetrine di Corso Italia e, alzando un po’ gli occhi, alcune delle montagne più belle del pianeta (senza esagerare). Un hotel storico, che introduce subito in un’atmosfera dal fascino antico con la sua scala di legno Liberty, i suoi mobili dipinti secondo lo stile dell’antiquariato di queste valli, la calda ospitalità che è rimasta famigliare, nonostante nel tempo abbia assunto un elevato livello di professionalità. Antico non vuol dire, però, che non ci siano state innovazioni per migliorare il confort: “L’Hotel Cortina ha conosciuto e conosce un’evoluzione continua -raccontano Romana e Riccardo Apollonio, la generazione adesso al timone dell’attività di famiglia- Lo scorso anno abbiamo fatto un aggiornamento totale della cucina, sotto l’esperta guida dello chef e restaurant manager Gianluca Beltramini, con strumentazione d’avanguardia Heko. Di quest’anno, invece, è il rinnovo della terrazza su Corso Italia, che è stata rialzata e resa totalmente accessibile”. La splendida terrazza sul salotto buono di Cortina appare anche in un’esposizione fotografica di Situato nel centro di Cortina d’Ampezzo, l’hotel è stato sottoposto a una serie di interventi come i lavori in cucina che hanno portato all’utilizzo di apparecchiature tecnologicamente all’avanguardia e il rinnovo della terrazza rialzata e resa totalmente accessibile che dà su corso Italia, il salotto buono della cittadina

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