88 Food&Beverage | giugno-luglio 2024 Metti un tardo pomeriggio di primavera a Roma. Il cuore della città batte al ritmo dei turisti che si allargano e stringono a misura delle vie. L’atmosfera vacanziera è contagiosa, tanto da aver ragione anche dell’innato passo marziale di una milanese. Può accadere così che, cedendo alla tentazione di un aperitivo, si materializzi qualcosa di inaspettato: il Drink Art Gallery. Un cocktail bar, in piazza del Fico, tanto piccolo quanto affascinante, al punto che varcare la soglia è come entrare nell’armadio e ritrovarsi nel mondo di Narnia. E lì trovare Francesco Pompeo, artista della miscelazione. La predisposizione a far sentire tutti come “di casa” sarebbe già dote significativa, ma lui dimostra anche il talento di capire, al primo sguardo, chi ha davanti. Con grazia sorniona saluta, con passo felino si avvicina, calibrando confidenza e simpatia. Impossibile resistergli quando racconta la drink list, impossibile non farsi tentare dai suoi signature. Sarà perché del bar si è innamorato da bambino: “Ho un ricordo vivido della prima volta che papà mi portò dove si trovava con gli amici per l’aperitivo -ricorda- Mi disse di ordinare e di prendere per me un crodino. Io non sapevo nemmeno cosa fosse. Ma fin da allora sedermi a un tavolo mi è sembrato meraviglioso”. Che il piacere di essere cliente lo portasse a diventare un bartender, però, non è stato nei suoi pensieri fino all’ultimo anno di Liceo scientifico quando, appassionato di chimica e fisica, si fa strada l’idea di mettere lo studio in un mestiere. Nel frattempo suo padre aveva aperto un locale dove ritrova l’ambiente che lo affascinava da bambino. Si iscrive alla Mixology Academy di Roma: “Teoria e pratica. Studiavo e lavoravo, lavoravo e studiavo. Mi sono proposto come back e ho rubato il mestiere con gli occhi, in attesa della mia occasione”. La determinazione fa la differenza: fai sempre quello in cui credi, coerente con te stesso. Per questo anche le delusioni non l’hanno fermato, fino all’incontro con Tiziano, titolare del Drink Art Gallery, che non se l’è lasciato scappare. La creatività di Francesco si esprime oggi nelle drink list del locale, frutto di competenze scientifiche e vocazione a sperimentare, ma anche di una filosofia precisa: “È fondamentale capire il cliente con l’intento di farlo sentire bene. E speciale”. Nemmeno venticinque anni, ma con ferme convinzioni, coglie stimoli e curiosità: “Ricordo un cliente e collega sudamericano, ci scambiammo idee e suggestioni -continua- Io gli regalai un cordiale che avevo creato e lui mi lasciò un pezzo di Palo Santo. Non so quanti ne ho usati, quante prove di infusione ho fatto per arrivare alla giusta formula. Ma ho creato il drink che volevo”. Del resto, se gli chiedi qual è il suo sogno, ti risponde che spera di fare sempre quello in cui crede, senza lasciarsi abbattere dalle sconfitte, perché è soprattutto dagli sbagli che si impara. L’importante è non mollare mai. SPIRITBARMAN Il papà lo porta nel suo bar e anni più tardi si trova alla Mixology Academy di Roma per finire al Drink Art Gallery. Dopo tanto studio, molta pratica e la voglia di arrivare per fare ciò in cui crede Manuela Caspani Galeotto fu il Crodino per Francesco Pompeo N’anticchia - 50 ml Bacardi bianco - 25 ml Don Papa Baroko - 1 bar spoon di La Fée - 30 ml succo di lime fresco - 22,5 ml passion fruit - 30 ml succo di ananas - 3 drop di Angostura Tecnica: shake and strain Garnish: ciuffi di menta, fetta di arancia
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