N°148 Giugno Luglio

PER I PROFESSIONISTI E GLI APPASSIONATI Poste Italiane Spa Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (Conv. Legge 27/02/2004 N. 46) Art.1 – comma 1, LO/MI Mensile • Anno XVIII • N°148 Giugno-Luglio 2023 Foto: Eleonora Proietti SPECIALE Le mille sfumature del Rosé che piace sempre di più PARTNERSHIP Romeo Collection e Ducasse Paris insieme per l’alta cucina APERITIVI Chandon Garden Spritz by Ana Paula Bartolucci

3 Food&Beverage | giugno-luglio 2023 EDITORIALE Barbara Amati amati@foodandbev.it i I costi del digitale Quando si è insediato il governo se ne è parlato per qualche giorno, poi tutto è sfumato. Stiamo parlando dei pagamenti digitali che sono giustamente sempre più diffusi, ma per i quali i vari attori del mondo del turismo chiedono da tempo un taglio delle commissioni. Da questo punto di vista non sembra ci siano sostanziali novità. In febbraio il Sole 24 ore scriveva che si stava cercando un accordo per ridurre a zero le commissioni a carico dei commercianti per l’uso del Pos nelle transazioni digitali sotto i 10 euro e per ridurle sotto i 30 euro. Da allora, però, nulla è cambiato e un’indagine Inapp Digital Platform Survey, presentata sul sito di economia lavoce.info, ha messo in risalto un altro aspetto fino a oggi poco considerato: la dipendenza del mondo della ristorazione e del turismo in generale dalle piattaforme digitali che, secondo i dati dell’indagine, riguarda il 12,8% delle imprese della ristorazione e il 42,1% del turismo. La pandemia ha fortemente accelerato l’adesione a queste piattaforme soprattutto nella ristorazione, tanto che nel biennio 2020-2021 “il fatturato intermediato dalle piattaforme digitali rappresenta quasi un quinto dei ricavi nella ristorazione e intorno alla metà nel turismo. Le commissioni richieste dalle piattaforme digitali per l’intermediazione ammontano mediamente al 16,5% del fatturato intermediato nel 2020 e al 16,7% nel 2021”. Nella ristorazione, prosegue l’indagine, le commissioni sono in media più elevate, con il 35,7% di imprese che paga commissioni superiori al 20%, mentre nel turismo il 41,8% delle imprese dichiara commissioni tra il 15 e il 20%. L’indagine punta a capire il livello di dipendenza tecnologica e finanziaria delle imprese, per questo è importante anche il dato relativo alle modalità con cui sono stabilite le condizioni contrattuali: in circa 7 casi su 10 sono le piattaforme a imporre unilateralmente le condizioni (73,6% nel turismo). Tra le condizioni contrattuali c’è quella relativa ai sistemi di pagamento. Anche in questo caso la dipendenza è evidente, visto che nel 46,8% per cento dei casi sono previste clausole di dipendenza dalla piattaforma per gli incassi (quota che sale al 68,2% nella ristorazione). “Si tratta di un dato rilevante, perché il ritardo nei tempi di incasso rappresenta un costo e un fattore di rischio finanziario intrinseco: di fatto, quando il pagamento viene veicolato dalla piattaforma, in 8 casi su 10 sono previste clausole di dilazione dei pagamenti”, è il commento dell’indagine. Le piattaforme possono anche proporre unilateralmente variazioni alle clausole contrattuali, proponendo, ad esempio, una maggiore visibilità dell’impresa condizionata all’adesione a programmi di fidelizzazione per i clienti, elementi che di fatto possono far lievitare i costi delle commissioni. Si tratta di una circostanza sperimentata da circa un quarto delle imprese, quota che arriva al 32,4% nel turismo. Nella ristorazione si segnala, inoltre, che circa quattro imprese utilizzatrici su dieci adottano procedure di disintermediazione, effettuando consegne a domicilio sia con i fattorini delle piattaforme, sia con personale proprio. Ci sono poi gli effetti sulla reputazione quando le recensioni negative arrivano a causa del disservizio della piattaforma (il 32,4% nella ristorazione) e le informazioni sui clienti che per il 24,6% della ristorazione non esistono. Il succo è che queste piattaforme non sono neutre, ma rischiano di influenzare l’attività. Da maneggiare con cautela. Della diminuzione delle commissioni non si sa nulla, mentre un’indagine fa luce sulle piattaforme che rischiano di avere troppa influenza sulle attività. Dai costi, ai pagamenti, alla reputazione, fino alle informazioni sui clienti

4 Food&Beverage | giugno-luglio 2023 S FOI ZMI OMFAOROI OD 3 EDITORIALE I costi del digitale Barbara Amati 13 AMBASSADOR Mezzacorona inWine in Moderation Bibi Monti 15 SCOZIA Raasay Distillery per Rinaldi 1957 Federica Belvedere 18 APERITIVI Apre a Venezia Ca’ Select Giulia Marcucci 25 FERRARA Makoré, il fine dining di pesce Barbara Amati 29 PARTNERSHIP Chef Express per Pret A Manger Francesco Torlaschi 40 COVERSTORY Chandon Garden Spritz by Bartolucci Barbara Amati 46 COLLABORAZIONI Ducasse per la Romeo Collection Barbara Amati 48 CHAMPAGNE Collection 244, il nuovo stile Roederer Barbara Amati 50 CHEF Nikita Sergeev, oltre la tradizione Barbara Amati 52 TENDENZE L’acqua del rubinetto al ristorante Francesco Torlaschi 54 RISTORANTI Une porta in tavola l’Umbria Massimiliano Rella Direttore Responsabile Barbara Amati - amati@foodandbev.it Redazione redazione@foodandbev.it Collaboratori di Redazione Federica Belvedere Luigi Ferro, Bibi Monti Collaboratori Andrea Ballestra, Massimo Bargna, Paolo Becarelli, Donatella Bernabò Silorata, Elena Bianco, Germana Cabrelle, Manuela Caspani, Irene Catarella, Rossella Cerulli, Giulia Marcucci, Cinzia Meoni, Gianni Mercatali, Giovanna Moldenhauer, Carla Pacelli, Clementina Palese, Alex Pietrogiacomi, Gio Pirovano, Max Rella, Loretta Simonato, Clelia Torelli, Francesco Torlaschi, Micaela Zucconi Foto Ag Goblin, Christine Andorfer, Marco Antinori, Marco Baldini, Helenio Barbetta, Gabriele Basilico, Adam Barker, Alberto Bernasconi, Marco Bertani, Alberto Blasetti, James Bort, Sophie Boursier, Brambilla&Serrani, Nicolò Brunelli, Cinzia Camela, Marco Curatolo, Andrea Di Lorenzo, Davide Dusnasco, Fanny Dussol, Davide Dutto, Foto Ennevi, Alex Filz, Gabriella Gargioni, Nicola Gnesi, Foto Gnudi, Andrea Federici, Adriana Forconi, Giuseppe Ghedina, A. Ghirelli, Giulia Mantovani, Luca Maraglia, Sara Matthews, Gaja Menchicchi, Michele Nastasi, NewsEventiComo, Nicemik, Massi Ninni, Paolo Pansini, Ph Adesso Agency, Marco Parisi, Mattia Pellizzari, Sandra Pilacchi, Beatrice Pilotto, Francesco Piras, Camilla Pizzini, Dani Porcaro, Eleonora Proietti, Max Rella, Helmuth Rier, Jacopo Salvi, Federica Santeusanio, Stefano Scatà, Giorgio Schirato, Stefan Schuetz, Valentina Sommariva, Alberto Strada, Mike Tamasco, Benedetto Tarantino, Leo Torri, Andrea Tortora, Diego Tortini, Vittorio Ubertone, Paolo Valentini, Lido Vannucchi, Francesco Vaona, Marco Varoli, Gabriele Zanon, Luca Zuccolo Responsabile Amministrativo e Commerciale Aldo Ballestra ballestra@febeditoriale.com Grafica, impaginazione e stampa Gierre Print Service Srl via Carlo Goldoni 1 - 20129 Milano Editore F&B Editoriale Srl - P.I. 05605300960 Registrazione Roc n°15455 del 04/07/2007 Reg. al Trib. di Milano n. 720 del 27/9/2005 Venerdi 23 giugno Abbonamento Italia 6 numeri € 24

5 Food&Beverage | giugno-luglio 2023 56FIRENZE L’Insolita Trattoria sfida i sensi Federica Belvedere 58SPECIALE Le mille sfumature del Rosé che piace Carla Pacelli 70TOSCANA Giovani chef a Colle Val d’Elsa Marco Gemelli 72ROMA Maio Restaurant si rinnova Rossella Cerulli 74GARGANO Dalle arance la birra di Puglia Rossella Cerulli 76 ASIAGO Chalet gourmet di Toni e Vito Mosele Germana Cabrelle 78ITINERARI Food tour irlandese fra Cork e Galway Massimiliano Rella 82PUGLIA Relax, arte, fotografia al Ddò Relais Federica Belvedere 84SFIZIOFOOD Il gambero fra Sanremo e Mazara Elena Bianco 90LOCALI Il mondo di Cannizzo al Drop Manuela Caspani ATTUALITÀ 8 Uomini e Vigne 20 Novità da stappare 22 Food valley 32 Lodge & Spa 34 Business News 94 Cultura e Gusto 96 Verità nascoste RUBRICHE 6 Chez… chef 38 Mondo in pentola 88 Spiritbarman 98 Buona lettura Direttore Responsabile Barbara Amati Redazione via Carlo Poerio 2 20129 Milano tel. 02.47787220 FOOD&BEVERAGE ONLINE www.foodandbev.it Seguiteci su Food&Beverage vi dà appuntamento al 22 settembre 2023 148 GIUGNO-LUGLIO 2023 ANNO XVIII PER I PROFESSIONISTI E GLI APPASSIONATI Poste Italiane Spa Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (Conv. Legge 27/02/2004 N. 46) Art.1 – comma 1, LO/MI Mensile • Anno XVIII • N°148 Giugno-Luglio 2023 Foto: Eleonora Proietti SPECIALE Le mille sfumature del Rosé che piace sempre di più PARTNERSHIP Romeo Collection e Ducasse Paris insieme per l’alta cucina APERITIVI Chandon Garden Spritz by Ana Paula Bartolucci 01-47_FeB_148.indd 1 21/06/23 11:51

6 Food&Beverage | giugno-luglio 2023 … Chef Marco Rispo Le Trabe Paestum (Sa) A casa tua chi cucina? Lascio spazio alla mia compagna Danila Il tuo piatto preferito? Pane raffermo, origano, pomodori, fior di latte e olio extravergine per La Fresella La ricetta che ami di più cucinare? Il ragù napoletano Una cenetta in pace: cosa ti prepari? Legumi e verdure accompagnati da un buon Pietraincatenata di Luigi Maffini La ricetta per conquistare è... Bufala, Bufala, Bufala. Ricetta avvolgente e accattivanti con note affumicate La tua cucina in una parola... Concreta Il piatto che ti ha sorpreso di più? Riso, oro e zafferano di Gualtiero Marchesi Qual è il ristorante dove ti rifugi quando non vuoi cucinare? Alici, Trattoria di mare dell’amico Giovanni Prearo Da quale collega vorresti andare a cena? Tornerei da Riccardo Camanini al Lido 84 Per quale collega ti emozionerebbe cucinare? Alfonso Iaccarino del Don Alfonso 1890 Con chi faresti uno scambio di ristoranti? Non scambierei Le Trabe con nessun altro Per quale personaggio reale o di fantasia ti piacerebbe cucinare? Per Diego Armando Maradona Se non avessi fatto il cuoco... Il cuoco! La mia è stata una folgorazione Hai un budget illimitato: un ristorante a... Napoli, la mia città, all’interno del Real Bosco di Capodimonte Il guanto della sfida a chi lo lanceresti? Al Governo italiano, che investa nel Sud Italia … Chef Simone Breda Sedicesimo Secolo Orzinuovi (Bs) A casa tua chi cucina? Cucino io, perché vivo solo Il tuo piatto preferito? Sono due: salsiccia e patate in umido e pizzoccheri La ricetta che ami di più cucinare? Qualsiasi cosa si possa cucinare al Bbq o allo spiedo Una cenetta in pace: cosa ti prepari? Cacio e pepe tutta la vita! La ricetta per conquistare è... Dicono che sono bravo a fare i risotti, quindi il risotto La tua cucina in una parola... Immediata Il piatto che ti ha sorpreso di più? Il midollo con le trippe e il baccalà di Uliassi. Super! Qual è il ristorante dove ti rifugi quando non vuoi cucinare? Al Gambero di Calvisano. Un posto del cuore Da quale collega vorresti andare a cena? Dai Roca a Girona Per quale collega ti emozionerebbe cucinare? Sicuramente per Gualtiero Marchesi… Con chi faresti uno scambio di ristoranti? Con nessuno, perché adoro il mio ristorante Per quale personaggio reale o di fantasia ti piacerebbe cucinare? Per la mia famiglia, ma sono dei “rompi scatole” e quindi ogni volta è una bella prova Se non avessi fatto il cuoco... Avrei fatto il cuoco. La cucina è amore e passione Hai un budget illimitato: un ristorante a... Nel posto più sperduto nel mondo, perché sarebbe una grande soddisfazione vedere arrivare gente Il guanto della sfida a chi lo lanceresti? A nessuno, la cosa più bella è divertirsi insieme Ci stupiscono, ci emozionano, ci fanno scoprire sapori nuovi e inaspettati, dando vita ad abbinamenti creativi o perfezionando piatti della tradizione; ma gli chef cosa mangiano? Che segreti nascondono? Quindici domande per scoprire i “vizi privati” dei grandi cuochi a cura di Carla Pacelli CHEZ…

8 Food&Beverage | giugno-luglio 2023 UOMINI&VIGNE TOLLO Hedòs, morbide onde celebrano venti annate Hedòs, il Cerasuolo d’Abruzzo Dop della linea Iconic di Cantina Tollo, celebra le venti annate con una nuova etichetta multisensoriale. Creata dal graphic designer Stefano Bracci, l’immagine sottolinea le diverse sfaccettature del vino rosato prodotto fin dal 2004, il cui nome significa proprio “piacevole ai sensi”: le morbide onde rosa sono in rilievo e vengono messe in evidenza grazie all’utilizzo della carta accoppiata, mentre il braille dona movimento alle linee sinuose e illumina i dettagli, trasformando l’etichetta in una vera e propria esperienza tattile. Le vibranti tonalità di rosa riportate nella grafica evocano il colore vivace del vino. “Da vent’anni Hedòs racconta il Cerasuolo d’Abruzzo e il territorio abruzzese -spiega il presidente di Cantina Tollo Luciano Gagliardi- È un vino che mantiene la struttura, il corpo e la longevità di un rosso, ma ha la versatilità di un rosato”. Hedòs ha sentori eleganti di frutta matura, fini note floreali e delicate nuance speziate. Il sorso è pieno, intenso, morbido e di lunga persistenza. ARTE Mille cavalli in etichetta per l’Amarone Riserva Il mondo del vino e i cavalli sono molto più simili di quanto potremmo pensare: entrambi esprimono potenza e sentimento, forza ed eleganza. Ed è così che Luca Anselmi, titolare dell’Azienda agricola Falezze di Illasi (Vr), in Valpolicella, ha voluto distinguere il proprio Amarone della Valpolicella Riserva 2013 con un’etichetta con il disegno esclusivo di un cavallo. Ma il produttore non si è limitato a una etichetta, bensì ne ha volute mille, ognuna diversa dall’altra, realizzate dall’artista georgiano Niko Kherkeladze. Luca Anselmi ha presentare il suo Amarone a Milano, al Ristorante Trussardi by Giancarlo Perbellini, accompagnandolo ai piatti dello chef stellato. Non solo, il clou dell’evento è stato l’affascinante e approfondito excursus di Massimo Zanichelli che, con il suo Spazio EnoArte, dà vita a sorprendenti incontri tra il mondo dell’arte e quello del vino. Zanichelli ha guidato la degustazione dei vini accompagnandola a un viaggio della rappresentazione equestre nell’arte, dalle grotte di Lascaux e dalla scultura romana fino a Marino Marini attraverso Pisanello, Paolo Uccello, Parmigianino, Caravaggio, Füssli, Géricault, Degas. I cavalli in pose scattanti, in movimenti armoniosi o in primi piani statici e commoventi delle etichette di Kherkeladze sono stati propedeutici all’assaggio di vini emozionanti per carattere e personalità. “Il progetto è nato con l’Amarone Riserva 2012 in edizione esclusiva e da collezione numerata di soli 400 pezzi, presentati in scatole di antico legno di abete e di pino recuperato da vecchi masi trentini, con un soggetto diverso per ogni singola bottiglia”, ha spiegato Luca Anselmi che ha dato concretezza a quest’idea insieme a Sofia Kherkeladze che ha coinvolto il padre Niko, celebrato artista contemporaneo, che ha firmato per l’annata 2013 ben 1.000 diverse etichette. Oltre all’Amarone Riserva 2012 e 2013, apprezzati per equilibrio e aromaticità, sono stati degustati il Valpolicella Ripasso Superiore 2016 e, in accostamento ai piatti di Perbellini, Valpolicella Superiore 2017 con Risotto al finocchio, pomodoro confit, oliva nera e arancio, Amarone 2017 con Guancia di vitello brasata e glassata all’oliva taggiasca, scarola brasata, maionese di cannellini. MAPPE La Carta dei Suoli del Garda Doc All’Auditorium de il Vittoriale degli Italiani, il Consorzio Garda Doc ha presentato la prima Carta dei Suoli della Denominazione, un documento frutto di diversi studi promossi dal Consorzio che ha anche voluto realizzare un documentario dal taglio divulgativo. La diffusione della Carta dei Suoli della Denominazione Garda Doc è avvenuta infatti in modo innovativo e cioè attraverso un documentario evocativo e facilmente fruibile. La Carta dei Suoli della Denominazione Garda Doc per la prima volta mappa e unisce un territorio vasto e variegato, compreso fra tre differenti province di due regioni: Brescia, Mantova e Verona. Il suo autore, Giuseppe Benciolini, pedologo specialista in rilevamento ed elaborazione delle carte dei suoli, ha sottolineato con una parola l’aspetto più caratterizzante della Denominazione Garda Doc, ovvero la sua sorprendente varietà di suoli: pedodiversità. Questo territorio, infatti, racchiude al suo interno diversi tipi di suolo derivati dalla grande varietà di processi geologici e di modellamento geomorfologico che hanno interessato il continente negli ultimi 200 milioni di anni.

9 Food&Beverage | giugno-luglio 2023 VALPOLICELLA Finisce il contenzioso tra i leader dell’Amarone Fnisce il contenzioso tra il Consorzio per la tutela dei Vini Valpolicella e le Famiglie Storiche dell’Amarone. Un comunicato congiunto è, infatti, stato firmato dai rispettivi presidenti a Sant’Ambrogio di Valpolicella nel maggio scorso, rispettivamente Christian Marchesini e Pierangelo Tommasi (nella foto). I due presidenti hanno comunicato “di avere definito ogni contenzioso tra loro pendente, avente ad oggetto l’utilizzo della Docg Amarone della Valpolicella. Consorzio e Famiglie Storiche condividono l’obiettivo di agire, ciascuno per quanto di propria competenza, per lo sviluppo della Docg Amarone della Valpolicella e delle altre Denominazioni della Valpolicella, favorendo un clima di equa competizione tra produttori, rispetto reciproco, collaborazione e dialogo; ribadiscono l’importanza della difesa della Docg Amarone della Valpolicella e delle altre Denominazioni del territorio e della loro promozione in Italia e all’estero, con l’obiettivo di favorire la loro conoscenza e di consolidarne il successo nell’interesse di tutta la collettività”. FESTIVAL Jazz & Wine in Montalcino dal 18 al 23 luglio Le stelle del jazz internazionale si accendono per Jazz & Wine in Montalcino: dal 18 al 23 luglio si svolge la 26a edizione della rassegna nata dalla collaborazione tra la nota azienda vitivinicola Banfi, la famiglia Rubei dell’Alexanderplatz Jazz Club di Roma e il Comune di Montalcino. Un evento che unisce la grande musica jazz e il vino di qualità. Frequentato dagli artisti più importanti del mondo, Jazz & Wine in Montalcino si impone come vero e proprio modello sia dal punto di vista dell’organizzazione che della proposta artistica. Si parte martedì 18 luglio con The Bossa Queen. Nella suggestiva atmosfera di Castello Banfi arriva la classe di Eliane Elias (piano e voce) che, con il suo nuovo album Quietude, guida il pubblico alla scoperta delle sue radici brasiliane. Un viaggio che sposa la sensualità della sua voce a un indiscutibile virtuosismo strumentale (jazzandwinemontalcino.it). ENOLOGI Cyril Brun è Chef de cave di Ferrari Trento Cyril Brun è il nuovo Chef de cave di Ferrari Trento. Per la prima volta, una figura di riferimento dell’enologia francese diventa direttore tecnico a tempo pieno di una cantina di bollicine italiane. Brun succederà a Ruben Larentis che andrà in pensione dopo una lunga carriera durante la quale i Trentodoc hanno collezionato una serie innumerevole di riconoscimenti. Cyril Brun, classe 1969, nel 2000 è in Veuve Clicquot, dove coordina il programma dedicato al Pinot Nero e guida il team di Innovazione e Sviluppo. Nel 2015 è nominato Chef de Cave da Charles Heidsieck e nel 2019 e nel 2022, conquista il titolo di Sparkling Winemaker of the Year. Convinta della necessità dell’attrazione di talenti e credendo nel valore che deriva dalla contaminazione tra professionalità e background differenti, dopo un lungo processo di selezione, Ferrari ha scelto Cyril Brun che offre la perfetta sintesi di competenza e passione per continuare il proprio percorso di crescita. LIQUORI Disaronno Velvet rinfrescante e vellutato Disaronno celebra l’estate 2023 con Disaronno Velvet: il liquore alla crema che unisce il gusto di Disaronno Originale a una texture rinfrescante e vellutata, grazie al suo basso contenuto alcolico (Abv 17%). Può essere degustato con ghiaccio o nel cocktail estivo Disaronno Velvet Batida, rigorosamente low-alcol, realizzato con una parte di Disaronno Velvet, una parte di acqua di cocco e ghiaccio tritato. “Disaronno Velvet, con l’iconica bottiglia dal tappo quadrato, è l’espressione dell’innovazione costante a cui ci rivolgiamo: con la sua delicata e fresca cremosità, il basso contenuto alcolico e le note aromatiche inconfondibili di Disarnno Originale è una referenza capace di incuriosire un pubblico ampio e trasversale che include soprattutto le nuove generazioni -spiega Claudio Giuliano, marketing manager Italia Spirits Illva Saronno- È stato pensato per quei consumatori in cerca di un liquore all’insegna del gusto, leggerezza e low-alcol”.

10 Food&Beverage | giugno-luglio 2023 UOMINI&VIGNE NOMINE Andreis direttore di Cantina Toblino Denis Andreis è il nuovo direttore generale della Cantina Toblino. Dopo i primi anni di carriera allo studio Enoandreoli di San Pietro in Cariano (Verona) e nell’azienda vinicola Fabiano di Sona (Verona), Andreis è cresciuto professionalmente alla Cantina Valpolicella Negrar, fino a ricoprire il ruolo di direttore area gestionale. Grazie a un’importante esperienza pluriennale nella gestione di aziende cooperative e vitivinicole e alla conoscenza dell’organizzazione di numerose cantine in Italia e in Europa, ha assunto ora la carica di direttore generale nella cooperativa vitivinicola Cantina Toblino. Cuore della viticoltura della Valle dei Laghi, la Cantina Toblino nasce nel 1960 nelle vicinanze del Lago di Toblino e del suo Castello, in mezzo alle campagne vitate del Piano Sarca, e vinifica esclusivamente l’uva conferita dagli oltre 600 soci per un totale di circa 900 ettari vitati. SPIRIT Belvedere Vodka propone Chrome Chrome è l’ultima innovazione di Belvedere Vodka, in formato magnum, luminoso e personalizzabile. Etichetta nuova e preziosa, Belvedere Chrome mantiene l’anima autentica, il sapore deciso e il carattere intenso di Pure, mostrandosi in una sleeve innovativa e satinata. Un attento lavoro artigianale di incisione a laser permette di personalizzare ogni bottiglia con un messaggio dedicato. Ancora una volta, Belvedere Vodka riesce a sfumare il confine che c’è tra lusso, lifestyle, moda e intrattenimento incapsulando tutto questo nella sua più recente innovazione. La nuova Belvedere Chrome, disponibile nei migliori locali, è un’idea originale, luxury e tailor-made da regalare o farsi regalare. “In questa sleeve satinata ed incredibilmente elegante, il lusso incontra l’irriverenza -dice Flavia Di Giustino, Senior Brand Manager del portafoglio Distillati del Gruppo Moët Hennessy Italia- Belvedere Chrome vuole evidenziare ancora una volta l’iconicità di una vodka che rende omaggio a oltre 600 anni di tradizione polacca nella produzione di questo distillato, continuando a innovare”. STRATEGIE Nuova brand identity per Borgo San Felice San Felice, storica azienda vitivinicola toscana e prestigiosa struttura alberghiera a cinque stelle di proprietà del Gruppo Allianz, inaugura un percorso di innovazione volto alla creazione di una nuova strategia e identità di marca. Il percorso è iniziato nel 2021 e si completa con una nuova identità visiva capace di interpretare al meglio il sistema valoriale della marca. È nato quindi un segno grafico, dal tratto leggero, ma identitario. Il nuovo logo rappresenta un centro, idealmente la piazza dell’antico borgo medievale, che risale al 714 a.D., che si apre verso l’esterno; un luogo raccolto, ma allo stesso tempo diffuso, dove si può vivere un’esperienza multisensoriale. Il segno esprime una naturale connessione e interazione fra le due aree di business, quella del vino e quella del resort stellato. VENEZIA Il winebar Villa Sandi all’Aeroporto Marco Polo All’Aeroporto Marco Polo di Venezia ha aperto il winebar Villa Sandi & deCanto. Situato nell’area imbarchi, il nuovo punto d’incontro è destinato a raccontare il territorio e le sue specialità enogastronomiche. Il concept innovativo, studiato da Villa Sandi e Lagardère, dà accesso a un’esperienza immersiva in completa comodità, da vivere nei momenti che precedono il brindisi o il servizio direttamente dal proprio smartphone. Appositi codici Qr sapranno trasportare i viaggiatori alla scoperta delle unicità gastronomiche attraverso immagini e suoni evocativi. Inoltre, si potranno conoscere le specialità culinarie più autentiche, il vino con cui si sposano. Una fusione tra classicità e modernità nel rispetto reciproco per esplorare le pianure del Prosecco Doc e i morbidi Colli Asolani, gli erti pendii del Valdobbiadene e il cru Cartizze, passando per l’eleganza del Collio e i vini dell’Isonzo. Protagonisti nel calice sono i vini di Villa Sandi e di Borgo Conventi. Nella foto, Alberto Niero, Monica Scarpa e Giancarlo Moretti Polegato.

Visita il sito: villedarfanta.it seguici su Instagram Ville D’Arfanta, la massima espressione di qualità. Il DOCG delle colline UNESCO.

12 Food&Beverage | giugno-luglio 2023 UOMINI&VIGNE PROGETTI Mormora, lo spumante che affina sotto il mare Paololeo è la prima azienda pugliese a incantinare in mare: in giugno ha immerso 1.011 bottiglie di Mormora, Metodo Classico Pas Dosé, blend di varietà autoctone verdeca e maresco. Il mare di Porto Cesareo, una delle riserve marine più belle d’Italia, ha accolto le bottiglie e le accudirà per 12 mesi a -30 metri. Il progetto della cantina sottomarina, per la Paololeo, ha una valenza particolare perché legata a due aspetti a cui l’azienda, certificata Equalitas dal 2021, tiene particolarmente: la sostenibilità e la sperimentazione. L’iniziativa è stato pensata infatti nell’ottica del risparmio energetico, perché non necessita di impianti di refrigerazione e di giropallette, in quanto la natura offre già tutto il necessario. La cantina sottomarina nasce nel 2018 per volere dell’enologo dell’azienda, Nicola Leo, e dopo anni di ricerca si è concretizzata con il varo delle bottiglie. L’azienda pugliese ha due cantine, una a San Donaci e una a Monteparano, 70 ettari di vigne di proprietà e coltiva principalmente vitigni autoctoni del territorio. PROGETTI Mawi, il vino sostenibile e resistente di Maculan Mawi è il primo vino PiWi di Maculan, progetto avviato nel 2017 dall’azienda di Breganze (Vi) con l’iniziale messa dimora di 4 mila viti di merlot khorus e sauvignon rytos, due varietà selezionate dall’Università di Udine, e in seguito di 4.300 viti di cabernet volos. Nel 2020 Maculan è tra le sette aziende protagoniste dell’iniziativa Passaporto Ambientale per i prodotti agroalimentari della Montagna Vicentina grazie all’introduzione di varietà resistenti in vigneto. Nasce così MaWi, da uve cabernet volos e merlot khorus resistenti alle malattie fungine che richiedono minori trattamenti in vigna. Con MaWi, Maculan esplora un’esperienza vitivinicola che unisce la tutela del territorio ai tratti stilistici dell’azienda. Alla raccolta manuale dei grappoli segue una fase di leggero appassimento; la vinificazione avviene in piccoli tini di acciaio con quattro follature al giorno; l’affinamento prosegue per 12 mesi in barrique di rovere, nuove e usate. Dal colore rubino intenso, Mawi Rosso offre note di frutta rossa matura, leggermente speziate, e un sorso ricco, rotondo e persistente. Anche il packaging pensa all’ambiente e alla sostenibilità: la bottiglia in vetro dal peso inferiore ai 450 grammi veste un’etichetta ottenuta da cotone riciclato. COOPERATIVE Gruppo Collis e Sartori consolidano la partnership Collis Veneto Wine Group, nato nel 2008 attraverso il conferimento delle aziende di due cantine cooperative, la vicentina Colli Berici e la veronese Colognola ai Colli, diventa un soggetto di primo grado tramite l’incorporazione delle due cooperative di base. La seconda fase del progetto prevede il consolidamento della partnership già in essere tra il Gruppo Collis e la famiglia Sartori: Cantine Riondo, detenuta al 100% da Collis, e Casa Vinicola Sartori (già partecipata al 55% dalla Cantina di Colognola ai Colli) daranno vita a una nuova realtà commerciale da oltre 100 milioni di euro di fatturato e attiva in oltre 70 Paesi. “Quella con Collis non è per niente un’operazione finanziaria -spiega il presidente Andrea Sartori (nella foto)- Si tratta innanzitutto di raggiungere una massa critica adeguata e, poi, di aumentare e integrare l’offerta con i prodotti spumantizzati di Riondo. Successivamente arriveranno anche i processi di razionalizzazione industriale”. L’obiettivo è avere ricavi per 220 milioni di euro con almeno 74 milioni di bottiglie vendute. CONSORZI Colli Bolognesi ad Antonio Capelli Rinnovo delle cariche per il Consorzio Vini Colli Bolognesi: una realtà che raccoglie circa 90 aziende e che punta a promuovere le due Denominazioni di questo territorio, la Docg Colli Bolognesi Pignoletto e la Doc Colli Bolognesi. A guidare il Consorzio Vini Colli Bolognesi verso le sfide future è Antonio Capelli. Modenese, 62 anni, dell’azienda agricola Corte D’Aibo, si è laureato in Economia e commercio e da Modena si è trasferito a Monteveglio, dove, insieme ad altri soci, ha dato vita a un agriturismo e a una cooperativa agricola che produce vini biologici. “La redditività sarà proprio il punto da cui partire per lavorare nel mio mandato -commenta Antonio Capelli- L’obiettivo è quello di consolidare e radicare un’agricoltura di collina che rappresenta un fondamentale elemento di tradizione e paesaggio, senza la quale il nostro territorio rischia di essere abbandonato”. o e e di

13 Food&Beverage | giugno-luglio 2023 Mezzacorona Ambassador di Wine in Moderation Bibi Monti Il Gruppo trentino sigla la collaborazione con l’associazione internazionale e rafforza il proprio impegno per la sostenibilità e la promozione di uno stile di vita equilibrato È stata consolidata alla Cittadella del Vino del Gruppo Mezzacorona, a Mezzacorona (Tn) a fine maggio, la partnership tra Mezzacorona e Wine in Moderation per promuovere il consumo responsabile e moderato del vino. Una partnership importante e preziosa che prevede la condivisione dei valori e dei messaggi veicolati dal Programma Wim, l’associazione internazionale no profit fondata da associazioni del settore enologico e aziende vinicole leader che coordina centralmente il programma Wine in Moderation e ne espande la portata e l’impatto in tutto il mondo. A siglare la collaborazione, il presidente di Wine in Moderation Sandro Sartor, presidente e Amministratore delegato di Ruffino, nonché vicepresidente dell’Unione Italiana Vini, e Luca Rigotti, presidente del Gruppo Mezzacorona. “Siamo entusiasti di diventare un’azienda ambasciatrice del programma -commenta Luca Rigotti- Il nostro impegno per la sostenibilità e la responsabilità sociale si estende oltre i nostri vigneti e le pratiche di vinificazione. Da tempo ci impegniamo a promuovere un consumo responsabile di vino e a educare i nostri consumatori sull’importanza della moderazione”. Il Gruppo Mezzacorona è una realtà vitivinicola che gestisce la coltivazione di 2.600 ettari di vigneti in Trentino-Alto Adige e di 1.000 ettari di proprietà in Sicilia; associa 1.500 soci viticoltori che operano nel rispetto dell’ambiente con tecniche di lavorazioni sostenibili, coltivando i propri vigneti con sistemi di produzione integrata garantendo prodotti sempre più naturali. È riconosciuto a livello internazionale come un’azienda di successo per la produzione di vini di alta qualità ed è stata riconosciuta per la sua responsabilità ambientale e sociale. Grazie alla collaborazione con Wine in Moderation, il Gruppo Mezzacorona rafforza il proprio impegno e compie un ulteriore passo significativo verso la promozione di pratiche responsabili e sostenibili nel settore vitivinicolo condividendo un messaggio di moderazione e operando per contribuire a un cambiamento positivo nel settore vitivinicolo. Si aggiunge quindi un tassello importante a quella che è una filosofia che si esprime così a 360° in ogni ambito in cui opera l’azienda trentina. Come sottolinea Sandro Sartor: “L’impegno del Gruppo Mezzacorona per la sostenibilità e la responsabilità sociale lo rende un partner eccellente per il nostro programma. Attraverso questa partnership, miriamo a continuare a sensibilizzare sull’importanza della moderazione nel consumo di vino e per la promozione di uno stile di vita sano ed equilibrato”. Le aziende vitivinicole partner di Wine in Moderation, essendo leader nel settore del vino, hanno un’incisività elevata nella diffusione di un messaggio rispettoso dei valori di convivialità e di condivisione gioiosa della vita sociale: “Siamo ottimisti sul futuro del settore del vino e sull’impatto positivo che possiamo avere sulla società -concordano i due presidenti- Riteniamo che questa alleanza sarà vantaggiosa sia per le nostre organizzazioni che per il settore vinicolo nel suo insieme”. PARTNERSHIP Sopra, Luca Rigotti, presidente del Gruppo Mezzacorona, e Sandro Sartor, presidente di Ruffino e di Wine in Moderation. Wim è un’associazione internazionale no profit che riunisce i produttori vinicoli e i professionisti del settore che vogliono presentare, vendere e servire il vino in maniera responsabile. Per questo si impegna a fornire agli operatori le informazioni e gli strumenti per indurre i consumatori ad apprezzare il vino e la sua cultura in maniera salutare

14 Food&Beverage | giugno-luglio 2023 UOMINI&VIGNE ZECCA Una moneta celebra il Prosecco Doc Una moneta per il Prosecco Doc. La Zecca di Stato ha dedicato alle bollicine venete un conio speciale. La moneta, realizzata in materiale cupronichel, dall’artista incisore Marta Bonifacio, ha un valore nominale di 5 euro. Ne sono disponibili 15 mila pezzi in versione Fior di Conio. Si presenta con elementi colorati che sul dritto, in primo piano, presenta un calice di Prosecco e un piatto con la Granseola; sullo sfondo una gondola, il Ponte di Rialto e una composizione di onde stilizzate. “È un riconoscimento al nostro sistema produttivo -afferma il presidente della Doc Prosecco Stefano Zanette- che con l’impegno di oltre 10.300 viticoltori, 1.170 vinificatori e 364 case spumantistiche ha costruito anno dopo anno un’eccellenza del made in Italy apprezzata in tutto il mondo. Ora spetta a noi fare sì che questo risultato si preservi nel tempo: questo è il vero significato della sostenibilità”. CANELLA Bellini 0°, il famoso drink ora è analcolico Canella si dà al mocktail, la nuova tendenza sul fronte della mixology apprezzata dagli astemi, ma anche da chi segue uno stile di vita sano. La casa vinicola di San Donà di Piave (Ve) conosciuta per il Bellini in bottiglia composto da tre parti di spumante Brut, una parte di succo e polpa di pesche bianche e alcune gocce di lampone, ha presentato il suo mocktail, un finto cocktail analcolico. Dopo 35 anni di esperienza nella produzione del cocktail propone ora il Bellini 0°, la versione analcolica della celebre ricetta realizzata con gli stessi ingredienti, ma senza la parte alcolica che viene estratta con un procedimento innovativo in grado di mantenere tutta la parte aromatica. Bellini 0° si può gustare in qualsiasi occasione, perché mantiene, il profumo e l’aroma del celebre aperitivo veneziano con un contenuto calorico di sole 29 chilocalorie per 100 grammi. CONSORZI Marchesini confermato alla guida del Valpolicella Il nuovo consiglio di amministrazione del Consorzio per la tutela dei Vini Valpolicella ha confermato all’unanimità Christian Marchesini alla guida dell’ente per il prossimo triennio. Vicepresidenti sono stati nominati Mauro Bustaggi (Corte Figaretto) e Andrea Lonardi (Bertani). “Sostenibilità, cambiamento climatico, monitoraggio costante dell’evoluzione del mercato e del consumatore sono le parole chiave di questo mandato -commenta Marchesini- Ci attendono nuovi scenari sfidanti per la Valpolicella a partire dal consolidamento della transizione green, che oggi incide per il 33% sul totale degli ettari vitati”. Nel 2022 il Consorzio ha registrato oltre 3,1 milioni di euro di attività svolte e un utile pari a 16.475 euro nel 2022. Conta 2.400 aziende tra viticoltori, vinificatori e imbottigliatori (oltre l’80% di rappresentatività), su un territorio di produzione che si estende in 19 comuni della provincia di Verona. Sono poco più di 67 milioni le bottiglie delle Denominazioni Valpolicella, Amarone, Recioto e Valpolicella Ripasso prodotte l’anno scorso, per un giro d’affari complessivo di 600 milioni di euro annui, di cui più della metà riferito alle performance dell’Amarone. Nella foto, da sinistra, Bustaggi, Marchesini, Lonardi. LONGO Il wine merchant che porta l’eccellenza nel mondo Longo Since 1961 è specializzata nella selezione di vini esclusivi e nella loro distribuzione in più di 30 Paesi. Alle spalle, la famiglia Longo di Legnano (Va), che vanta 60 anni di esperienza nel settore. La mission è quella di soddisfare la crescente domanda di vini italiani di qualità nei mercati di esportazione in espansione. Grazie a un’accurata selezione, Longo Since 1961 ha un portafoglio di prodotti facilmente ordinabile; fornisce anche assistenza logistica e servizi di consolidamento per la spedizione in tutto il mondo. All’ultimo Vinitaly, a Verona, Osvaldo Longo e la figlia Cecilia, export manager dell’azienda di famiglia, hanno incontrato buyer da oltre 25 Paesi. “È stata un’occasione importante -è il commento di Cecilia Longo- per constatare l’interesse del mondo estero verso il vino italiano di qualità”.

15 Food&Beverage | giugno-luglio 2023 L’emergente Raasay Distillery distribuita da Rinaldi 1957 Federica Belvedere Sono etichette prodotte in una minuscola isola dall’omonima distilleria che ha vinto gli Scottish Whisky Awards. Un Single Malt dall’eleganza distintiva e un Gin distillato da dieci botaniche Trovarla non è facilissimo, poiché bisogna risalire la Scozia e prendere un traghetto che dall’Isola di Skye in 25 minuti porta i numerosi visitatori all’Isola di Raasay, l’isola dei caprioli, abitata da 161 persone. Però ne vale la pena, perché questo piccolo angolo di mondo è famoso per le bellezze naturali, il meraviglioso panorama, l’impressionante morfologia del terreno e l’ecosistema. Vincitrice degli Scottish Whisky Awards 2022 come miglior distilleria scozzese e miglior destinazione turistica, Raasay è distribuita in Italia da Rinaldi1957 grazie all’impegno di Gabriele Rondani, Marketing e Director Pr, che propone questa etichetta dalla lunga storia: è stata, infatti, la prima distilleria legale dell’isola. Co-fondata dall’imprenditore scozzese Bill Bobble e dal Whisky blender e botanista qualificato Alasdair Day, The Isle of Raasay Distillery ha creato il suo primo distillato nel 2017. Dopo tre anni, la prima botte è diventata legalmente uno scotch, segnando una tappa importante nella storia dell’isola le cui tracce di distillazione illecita risalgono a molti secoli fa. Whisky e Gin Raasay sono quindi diventati l’espressione degli abitanti e dell’isola che ai visitatori offre un hotel, tre B&B, due negozi e la distilleria costruita con l’aiuto degli isolani. Questa è la piccola comunità dell’Isola di Raasay dove nasce il Single Malt che rappresenta un assaggio dell’eleganza aspra e della eccezionalità di questo piccolo ma straordinario territorio. È un whisky elegante, leggermente torbato, bilanciato con i ricchi sapori di frutta scura dalla complessità e profondità di carattere. Il blend combina i Single Malt Raasay, uno torbato e l’altro no, maturati in tre diversi tipi di botte di rovere: botti ex-Rye whiskey (first fill), botti vergini di rovere Chinkapin e botti di vino rosso bordolese (first fill). Il Single Malt di Isle of Raasay è quindi il risultato di un processo unico che sposa sei differenti botti firmate, ognuna delle quali ha il proprio stile distintivo e il proprio carattere, per produrre lo stile peculiare della distilleria: leggermente torbato, bilanciato con i sapori pieni e complessi di frutta scura. Tutto nasce qui: distillazione, maturazione, imbottigliamento e spedizione delle preziose bottiglie. Oltre al whisky la distilleria distribuita da Rinaldi 1957 propone anche il Gin delle Ebridi. Anche in questo caso si tratta del primo distillato prodotto legalmente in un’isola da secoli famosa per la pratica della distillazione illegale. Il Gin delle Ebridi è un prodotto artigianale che combina dieci botaniche accuratamente selezionate, incluso il ginepro di Raasay, scorza d’arancia e di limone, radice di rabarbaro, angelica, iris e liquirizia, semi di coriandolo, pepe cubebe e il doppio distillato di Raasay, mettendo così la qualità e le poche materie prime dell’isola al primo posto. Al naso si presenta fresco e aromatico, con sentori di ginepro, agrumi e un pizzico di rabarbaro, mentre al palato è secco con note di ginepro, arancia e rabarbaro e un finale gustoso secco e piccante. SCOZIA Il Single Malt di Raasay è un whisky leggermente torbato, perché combina alcuni distillati torbati e altri no. Sei differenti botti sono utilizzate per il suo invecchiamento e alla fine il risultato è un whisky elegante bilanciato con i ricchi sapori di frutta scura dalla complessità e profondità di carattere. La bottiglia di vetro, simile a un decanter, emula il paesaggio aspro dell’Isola di Raasay, con il suo motivo di fossili e rocce: ha vinto i Luxury Packaging Awards 2022

16 Food&Beverage | giugno-luglio 2023 UOMINI&VIGNE DENOMINAZIONI Nasce Trabocco Spumante d’Abruzzo Doc Dal 2018 il Consorzio Tutela vini d’Abruzzo ha intrapreso un percorso di valorizzazione delle bollicine prodotte da vitigni autoctoni culminato con la nascita del marchio collettivo Trabocco, registrato nel 2020. Il progetto mira a valorizzare gli spumanti prodotti con Metodo Italiano in Abruzzo da uve autoctone quali passerina, pecorino, trebbiano, montonico, cococciola e montepulciano d’Abruzzo, caratterizzate da alta DFLGLW¢ ɣ H EDVVD JUDGD]LRQH FDUDWWHULVWLFKH FKH GRQDQR HFFHOOHQWL basi spumanti. “Le nostre uve sono naturalmente predisposte alla spumantizzazione e vi è ormai l’esigenza di portare sui mercati un prodotto totalmente abruzzese, realizzato con i nostri vitigni, vinificato e imbottigliato in regione -spiega Alessandro Nicodemi, presidente del Consorzio Tutela vini d’Abruzzo- Da luglio dello scorso anno è stato infatti approvato il regolamento dell’utilizzo del marchio collettivo Trabocco: in etichetta la Denominazione Spumante d’Abruzzo Doc Trabocco rappresenta un ulteriore passo avanti nel percorso di caratterizzazione delle bollicine abruzzesi”. PACKAGING La nuova Bottiglia Masi minor peso, più design Minor peso, maggior qualità e più design. Queste le caratteristiche della Bottiglia Masi frutto della collaborazione tra la storica azienda vitivinicola della Valpolicella, Piero Lissoni, architetto, designer e art director riconosciuto tra i maestri del design contemporaneo, e Verallia, azienda punto di riferimento nella progettazione e fornitura di contenitori in vetro. Il progetto si basa su un’etica di produzione all’insegna della sostenibilità: creare una bottiglia leggera per generare un circolo virtuoso; diminuire la quantità di vetro significa ridurre la materia prima occorrente per la produzione e diminuire la quantità di energia necessaria in fase di lavorazione, trasporto e movimentazione. La Bottiglia Masi ha un peso inferiore del 33% rispetto alla media delle bottiglie dei vini di analogo posizionamento. Alla ricerca della leggerezza si è accompagnata quella dell’estetica e del design, della forma del contenitore che plasma anche il contenuto. CONSORZI Maccario alla guida del Barbera d’Asti Vitaliano Maccario è stato eletto presidente del Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato. “Sarà fondamentale dare ancora più impulso a ciò che è stato fatto nell’ambito della ricerca scientifica, sulla Barbera e sui vari vitigni della Denominazione -spiega- Lo stesso vale per ciò che concerne il fronte della promozione del Monferrato e delle sue punte di diamante, un lavoro che va sempre più concretizzato sia dentro i confini nazionali, sia fuori, procedendo verso una vera e propria internazionalizzazione della Denominazione e del territorio”. Con quest’obiettivo il presidente lavorerà nel nome di una costante intesa con vicepresidenti e consiglieri. La nuova squadra comprende anche i due vicepresidenti Lorenzo Giordano e Filippo Mobrici, presidente uscente, simbolo dell’intenzione di dare continuità all’importante lavoro svolto dal Consorzio. ETICHETTE Una nuova veste per i vini Colsanto Innovazione e tradizione nel segno dei grandi vini: è questo il messaggio che la famiglia friulana Livon ha voluto comunicare presentando il restyling grafico dei suoi vini prodotti nella Fattoria Colsanto di Bevagna (Pg), la tenuta umbra situata nel cuore dell’area di produzione del Sagrantino e del Rosso di Montefalco acquistata nel 2001. Una nuova etichetta, pensata per celebrare ed esaltare un intero territorio, dando risalto al ventennale impegno per la viticoltura di qualità che Colsanto ha perseguito in vigna così come in cantina. Essenziali e raffinate nella loro classicità, le etichette Colsanto rispecchiano l’identità stessa del territorio di riferimento. “Era giunto il momento di ripensare la linea grafica umbra partendo proprio dalla veste indossata dalle bottiglie -racconta Matteo Livon- volendo sancire un simbolico passaggio di consegne tra le generazioni, pur mantenendo il tratto distintivo di un’eleganza sobria e pulita. Da qui l’idea di riportare in etichetta il vigneto a corpo unico che circonda interamente la cantina (20 ettari), con il caratteristico viale alberato di cipressi, espressione dell’unicità dei vigneti di proprietà”.

ASSODISTIL Per la Grappa il pericolo viene dall’Unione europea L’ Europa non ci aiuta. Questo dice Assodistil che chiude il 2022 con il segno più, ma si preoccupa per il futuro. I dati 2022 dicono che è aumentata la produzione di alcol e acquaviti, così come l’export. Particolarmente interessante la ripresa della produzione (+12%) e l’aumento dell’export della Grappa (+8%) rispetto al 2021. Tuttavia, le misure preannunciate dall’Unione europea e l’introduzione dell’etichetta sanitaria, oltre all’assenza di strumenti legislativi che garantiscano la tutela e la promozione delle bevande spiritose a Indicazione geografica, mettono a rischio, secondo l’associazione, fino a mille posti di lavoro solo nelle distillerie. È questa la maggiore preoccupazione dell’Associazione nazionale industriali distillatori di alcoli e acquaviti che nel 2022 ha registrato una produzione di circa 120 milioni di litri (+15%) e un fatturato di 500 milioni di euro. Iniziative come l’etichetta sanitaria con informazioni nutrizionali e sulla salute nella presentazione delle bevande alcoliche viene ritenuta pericolosa, perché prevede di fatto l’esclusione di questi prodotti dai fondi di promozione per i prodotti agricoli. Secondo i dati di Format Research, il 53% delle imprese della distillazione troverebbe interessante promuovere un piano di eventi promozionali nei Paesi Ue, cosa che non sarebbe più realizzabile con l’etichetta sanitaria. Azzerare i progetti di promozione per la Grappa e per gli altri spirits rischia di vanificare la ripresa dell’esportazione di tutte le acquaviti e dei liquori. Secondo Nomisma, infatti, continua la corsa della Grappa sui mercati esteri. Nel 2022 l’export di Grappa ha fatto registrare 60 milioni di euro contro i 51,5 milioni del 2021, con +16% in valore e +8% in volume. Tra i mercati internazionali più interessanti c’è la Germania che da sola concentra ben il 59% dell’export di settore, seguita da Svizzera (14%) e Austria (5%). Da segnalare il positivo risultato nel mercato Usa (+31% di export in volume) dove da cinque anni sono attivi progetti di promozione della grappa a Indicazione geografica. Ai risultati positivi dell’export si contrappone il trend negativo della Distribuzione moderna nazionale con un calo delle vendite del 3,4% in valore rispetto al 2021. Ai problemi relativi all’etichetta sanitaria si aggiunge il fatto che ancora oggi è sospeso il Decreto sui Consorzi di tutela delle bevande spiritose, strumento cruciale per la tutela e promozione delle produzioni tradizionali nazionali. Si auspica che venga firmato il Decreto che riconosce il Consorzio della Grappa, fermo da cinque anni. Le bevande spiritose devono poter usufruire delle stesse prerogative di cui godono i vini e gli alimenti a Indicazione geografica. BUONA per natura Allevati al pascolo: Grass Fed Scopri dove trovarla su www.irishbeef.it

18 Food&Beverage | giugno-luglio 2023 Apre a Venezia Ca’ Select per l’autentico Spritz Giulia Marcucci Il Gruppo Montenegro celebra la città lagunare attraverso lo Spritz veneziano e riporta parte della produzione del brand nel luogo di origine nel sestiere di Cannaregio In un ex laboratorio industriale, nel sestiere di Cannaregio, nasce Ca’ Select, uno spazio di 700 metri quadrati che ha la volontà di rafforzare lo storico legame di Select con Venezia. Si tratta di un luogo esperienziale, polifunzionale, che valorizza le maestranze e la cultura locali in chiave contemporanea. Tra le aziende che hanno contribuito al lavoro di interior design, la storica Fornace Orsoni, con i mosaici su disegno all’ingresso, Fortuny per l’illuminazione decorativa e Rubelli per i rivestimenti in tessuto delle sedute. Era il 1920 quando i giovani Fratelli Pilla, grazie alla loro esperienza liquoristica, diedero vita a Select nel cuore di Venezia. Una scelta non casuale: la Serenissima era il luogo di incontro tra Occidente e Oriente e un centro di scambio delle spezie e delle erbe più pregiate. Un aperitivo dalla formula complessa composta da 30 erbe aromatiche, lavorate secondo un processo lungo e articolato. Tra queste spiccano le radici di rabarbaro, che conferiscono l’intensa nota amara, e le bacche di ginepro, macerate e distillate in purezza in maniera artigianale. Questa lavorazione dona a Select struttura e persistenza, rendendolo particolarmente adatto alla miscelazione. Il raffinato profilo aromatico e l’equilibrato gusto dolce-amaro fanno sì che Select sia l’ingrediente insostituibile dell’autentico Spritz veneziano. “Ca’ Select rappresenta uno step fondamentale nel nostro piano pluriennale di consolidamento del brand -spiega Marco Ferrari, Ceo di Gruppo Montenegro- e punta a rafforzare il legame con la città di origine: non a caso abbiamo deciso di riportare qui il cuore della produzione di Select, la macerazione delle erbe e delle spezie che compongono la sua ricetta. Un obiettivo che passa anche dalla scelta di donare a Venezia e ai suoi abitanti un luogo esperienziale dove valorizzare le maestranze e la cultura locali, a partire dagli elementi architettonici di pregio che arricchiscono lo spazio”. Grazie al lavoro di recupero architettonico di un ex laboratorio industriale, firmato dallo studio Marcante-Testa, Ca’ Select consentirà di conoscere da vicino la storia e le caratteristiche di Select. Il tutto attraverso un racconto multisensoriale che si sviluppa in quattro aree: la zona bar-mixology, per degustare l’originale Spritz veneziano; l’area eventi, dedicata alla cultura e alla socialità; l’area produttiva, dove avviene la macerazione delle erbe e delle spezie; un percorso espositivo magnetico e surreale, curato da Studio Fludd, che rappresenta un viaggio nel tempo tra Europa e Oriente, un’avventura interattiva che mostra una Venezia diversa e autentica. Ad arricchire gli spazi, infine, l’opera site-specific di Koshevoy Bogdan, giovane artista ucraino vincitore dell’Open Call lanciata da Select nel 2022 nell’ambito del progetto artistico Ca’ Select Arte. Un’iniziativa rivolta ad artisti e visual designer under 35, volta a reinterpretare aspetti della tradizione veneziana attraverso il linguaggio della grafica. Di proprietà del Gruppo Montenegro, Select, l’autentico Spritz veneziano, vuole rafforzare il legame con la città di origine. Per questo a Cannaregio è stata inaugurata la nuova sede, uno spazio di circa 700 metri quadrati per conoscere la storia e le caratteristiche di Select attraverso un racconto multisensoriale che comprende anche un bar mixology e l’area per la macerazione delle erbe e delle spezie PROGETTI a da 30 e be e d t v e a

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